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Politica di Coesione 21-27: firmato l’Accordo di Partenariato

La firma congiunta a Roma, lo scorso 19 luglio, della Ministra per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna e della Commissaria Ue per la Coesione Elisa Ferreira, segna ufficialmente l’approvazione e la sottoscrizione dell’accordo di partenariato per la programmazione dei fondi europei di coesione 2021-2027.

Centrato dunque l’obiettivo, che l’Italia si era data, di chiudere l’Accordo di Partenariato entro il mese di luglio 2022, pur non rinunciando ad un intenso sforzo concertativo e di coinvolgimento del partenariato (iniziato nel 2019) che oggi fa della policy italiana una vera e propria buona pratica di governance agli occhi della Commissione Europea, come la stessa Commissaria Ferreira ha ribadito.

Il quadro presentato restituisce una dotazione totale di 75 miliardi di euro (compreso il cofinanziamento nazionale italiano) che perseguirà i seguenti macro-obiettivi: 

  • uno sviluppo verde e sostenibile del Paese
  • una crescita intelligente
  • uno sviluppo sociale
  • una maggior connettività
  • una transizione giusta
  • una maggior vicinanza ai cittadini.

Una coesione economica, sociale e territoriale quella delineata nell’Accordo, che vede virare con maggior decisione rispetto alle precedenti programmazioni, verso il Sud, destinando alle Regioni “meno sviluppate” dell’Italia meridionale i tre quarti della dotazione.

Se si esclude infatti la quota riservata alla CTE, le risorse europee e nazionali dei Fondi strutturali si distribuiscono come segue tra le tre aree:

  • regioni più sviluppate: 23,882 miliardi di euro;
  • regioni in transizione: 3,612 miliardi di euro;
  • regioni meno sviluppate: 46,575 miliardi di euro.

L’obiettivo è ridurre il divario, ancora ampio, tra le regioni, in termini di vivacità economica, opportunità lavorative, istruzione di qualità e accesso ai servizi e all’assistenza sanitaria.

Il Fesr in particolare sarà impiegato per promuovere interventi di efficientamento energetico degli edifici, di sviluppo di una mobilità urbana sostenibile e di rinforzo delle infrastrutture per resistere ai rischi naturali dovuti ai cambiamenti climatici.

Un miliardo di euro, nell’ambito del Just Transition Fund (Jtf), introdotto per la prima volta a livello europeo nel ciclo 2021-2027, contribuirà a mitigare gli impatti della transizione verde e a sostenere la diversificazione delle attività economiche attualmente basate su industrie ad alta intensità di carbonio, rivolgendosi particolarmente alle due zone di Sulcis Iglesiente in Sardegna e di Taranto in Puglia.

9,5 Miliardi di euro saranno invece destinati a misure che sostengano la competitività dell’industria in tutte le regioni, la digitalizzazione e la produttività delle piccole e medie imprese e che supportino la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione.

Le politiche di investimento sul capitale umano a valere sul FSE+ invece, saranno rivolte al potenziamento del sistema di istruzione e formazione, con politiche rivolte a ridurre il tasso di abbandono scolastico, fortemente rilevato nel Sud del Paese, e con interventi mirati di apprendimento permanente che possano meglio adeguare le competenze degli adulti ai cambiamenti del mercato del lavoro.

Il tutto in stretta complementarità con il PNRR e con il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (di cui sono state già definite le aree tematiche di competenza).

Tra le novità del nuovo Accordo di Partenariato anche la nascita del nuovo PN Equità in Salute, l’estensione del PN Metro plus e città medie Sud alle città medie del Mezzogiorno per la riqualificazione delle periferie, la fortissima concentrazione di risorse sugli obiettivi della transizione ecologica e digitale e l’uso di fondi per l’assunzione di nuove professionalità nella pubblica amministrazione. 

Clicca qui per scaricare il testo dell’Accordo di Partenariato.