Finanziato con risorse del PON Governance e Capacità Amministrativa 2014-2020, per un valore di 683 mila euro, PayFlowPA ha coinvolto un esteso partenariato, composto da 11 Amministrazioni: il Comune di Bari, in qualità di Ente capofila dell’intervento, l’Agid, 6 Regioni (Campania, Lombardia, Puglia, Umbria, Toscana e Veneto), 2 Città metropolitane (Roma Capitale e Bari) e la Provincia Autonoma di Trento.
All’avvio del progetto nel 2018, sebbene fossero già disponibili sul mercato numerose soluzioni tecnologiche per la gestione dei pagamenti elettronici, la scelta è stata quella di lavorare sul “riuso” di esperienze positive condotte da altre amministrazioni, cogliendo le opportunità di cooperazione interistituzionale. Questo modello progettuale ha consentito, infatti, di porre attenzione non solo agli aspetti tecnico-informatici ma anche a quelli gestionali per lo sviluppo della piattaforma, ritenuti essenziali per accompagnare le Amministrazioni nella piena adozione del Sistema PagoPA.
La nuova piattaforma PayFlowPA sviluppa, dunque, due “buone pratiche innovative” considerate un punto di riferimento in tema di pagamenti elettronici nella Pubblica Amministrazione e con un’esperienza pregressa di condivisione con il territorio:
- GePOS realizzato dalla Regione Toscana per gestire e monitorare in forma aggregata le posizioni debitorie in favore della singola PA;
- MyPivot realizzato dalla Regione Veneto per la riconciliazione automatica e analitica degli incassi.
Le attività progettuali hanno riguardato la reingegnerizzazione dei due applicativi, la completa integrazione con PagoPA in una logica di servizio con esposizione del codice sorgente, la scalabilità dell’architettura dei due moduli di partenza necessaria per sostenere un maggior numero di utenti, la multicanalità oltre alla redazione della documentazione tecnica.
Le linee guida rilasciate nel dispiegamento del kit di riuso sono complete dei modelli organizzativi-gestionali-amministrativi, e sono state presentate adottando due scenari diversi:
- per gli enti intermediari che gestiscono applicativamente il dialogo con la piattaforma PagoPA, ovvero le Regioni che rappresentano un “nodo” della piattaforma nazionale;
- per gli enti intermediati che si relazionano con il soggetto intermediario e non direttamente con la piattaforma PagoPA come è nel ruolo delle amministrazioni locali (Comuni e città metropolitane).
La scelta di disegnare modelli organizzativo-gestionali diversi a seconda del ruolo del soggetto (intermediario e intermediato), è stata di grande sostegno soprattutto per la PA locale che ha avuto gli strumenti (check list, report, assessment, etc) per rappresentare i processi dei servizi dallo stato iniziale alla trasformazione digitale. L’analisi dei workflow organizzativi-gestionali e la valutazione intermedia hanno permesso di abbattere tempi e costi arrivando ad un’integrazione più efficiente del Sistema PagoPA.
Il progetto ha riscontrato alcune criticità in fase attuativa, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti amministrativi e organizzativi attribuiti alla numerosità dei soggetti coinvolti nel partenariato. Un altro aspetto che ha influito sulla vita di PayFlowPA è stata la pandemia di Covid-19, che ha richiesto una riorganizzazione delle attività progettuali, ed in particolare di quelle per la comunicazione e formazione già programmate.
Eventi e attività di formazione, pianificati in presenza e destinati al partenariato e agli stakeholder, sono stati infatti convertiti in attività digitali, utilizzando in riuso la piattaforma di e-learning @accade della Città metropolitana di Roma, personalizzata per le rinnovate esigenze di progetto, che ha ospitato webinar ed in cui sono stati pubblicati video tutorial e l’archivio completo della documentazione di progetto divenendo un vero e proprio luogo di self-learning e andando oltre gli obiettivi iniziali del progetto.
A questo tipo di attività di comunicazione e formazione nata in risposta all’emergenza sanitaria, si è affiancata la comunicazione istituzionale promossa sul sito web e sui social del Comune di Bari ed è stata, inoltre, organizzata una campagna di disseminazione con distribuzione di brochure e materiale informativo nei punti strategici della città.
PayFlowPA è stato, insomma, un progetto sfidante per la complessità del partenariato e per gli obiettivi fissati ma, conclusosi nell’ottobre 2020, ha ottenuto risultati molto positivi. Il Comune di Bari, capofila del progetto, è passato ad esempio dalla gestione di soli 5 servizi digitali con pagamento elettronico a più di 100 raggiungendo l’obiettivo del 100% dei servizi extra F24 integrati con PagoPA.
Il progetto è, dunque, riuscito nell’obiettivo finale di permettere ai cittadini di effettuare i pagamenti elettronici verso la Pubblica Amministrazione in modo standard assicurando, al contempo, la massima efficienza degli enti locali entro il 28 febbraio 2021, termine previsto dal “Decreto semplificazione”.
Infine, la filosofia dell’OpenCommunityPA2020 che ha contraddistinto questo progetto prosegue con la condivisione del “Kit di riuso” per l’utilizzo dei software per la riconciliazione automatica degli incassi e la gestione delle posizioni debitorie e relativa documentazione tecnico e gestionale sul portale Developers Italia.
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