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Un progetto corale per far ripartire il Mezzogiorno: dal Piano Sud 2030, una bussola per indirizzare le scelte programmatiche e metodologiche.

04 Agosto 2020

Un progetto corale per far ripartire il Mezzogiorno: dal Piano Sud 2030, una bussola per indirizzare le scelte programmatiche e metodologiche.

Il Piano Sud individua le priorità strategiche e fornisce indicazioni sulla metodologia da seguire per far ripartire il Mezzogiorno

Presentato a metà febbraio a Gioia Tauro, approvato a inizio luglio all’interno del Piano Nazionale di Riforma, di cui è il pilastro fondamentale, il Piano Sud è un progetto corale che impegna il governo in un piano decennale per il Meridione con l’obiettivo di creare sviluppo, riprendere a investire attivando potenziali di crescita e innovazione ancora inespressi e fornire opportunità di lavoro, in particolare per i giovani e le donne.

Il Piano Sud mira a ridurre i divari tra cittadini e territori individuando le risorse da attivare, le linee strategiche da perseguire e il metodo da adottare. Uno strumento che individua le priorità strategiche e fornisce indicazioni sulla metodologia da seguire per far ripartire il Mezzogiorno. Frutto di un percorso partecipato, più di 30.000 Km percorsi per incontri e confronti con Commissione Europea, Presidenza del Consiglio, Amministrazioni, parlamentari, partiti e movimenti, Amministrazioni locali, parti economiche e sociali, mondo della cultura, Università e centri di ricerca, terzo settore, volontariato, Cittadinanza Attiva.

Ancora di più dopo l’emergenza Covid, per uscire dalla crisi il Piano Sud si è rivelato strategico perché fornisce una prospettiva di sviluppo e coesione non delegata unicamente alla politica di coesione europea finanziata con i Fondi strutturali, ma attivata grazie alla leva nazionale. Un’azione pubblica d’investimento da sviluppare nell’arco di un decennio, infatti, può garantire un tempo congruo alla buona programmazione e una portata finanziaria ampia per gli interventi, per recuperare il lungo processo di disinvestimento al Sud.

Il Piano come bussola strategica
Cinque le priorità strategiche: dall’istruzione al capitale umano, dalle nuove infrastrutture materiali e digitali alla svolta ecologica, dallo sviluppo dell’innovazione al rafforzamento delle ZES (Zone Economiche Speciali).
Per ciascuna missione, il Piano è il punto di riferimento del governo in quanto individua le prospettive di medio periodo in termini di risultati attesi e le prime azioni attivate, o da attivare nel 2020.
Le missioni, definite anche in aderenza con l’Agenda ONU 2030, sono così articolate:

1. Un Sud rivolto ai giovani 

Si punta a investire sull’istruzione attraverso interventi che riducano le disuguaglianze e la povertà educativa minorile in modo da rafforzare il capitale umano e da riattivare la mobilità sociale.

2. Un Sud connesso e inclusivo

La priorità è l’inclusione sociale: scuola, salute e mobilità vanno garantiti in tutto il territorio nazionale. Diventa sempre più cruciale investire per aumentare e ammodernare le infrastrutture,

materiali e sociali, come fattore di connessione e di inclusione sociale, per spezzare l’isolamento di alcune aree del Mezzogiorno e dei cittadini in condizioni di bisogno.

3. Un Sud per la svolta ecologica

Una transizione ecologica “giusta” deve avere una forte connotazione territoriale. L’azione del governo è volta a rafforzare gli impegni del Green Deal al Sud e nelle aree interne, per realizzare alcuni obiettivi specifici dell’Agenda ONU 2030 e mitigare i rischi connessi ai cambiamenti climatici.

4. Un Sud frontiera dell’innovazione

Investire in capitale umano, al Sud, non basta. Per trattenere i talenti servono occasioni di lavoro di qualità, generate da imprese in grado di competere, crescere e innovare. Avvicinare cittadini e territori significa anche investire per promuovere il trasferimento tecnologico e il rafforzamento delle reti tra ricerca e impresa, nell’ambito di una nuova strategia di politica industriale.

5. Un Sud aperto al mondo nel Mediterraneo

Infine, occorre rafforzare la vocazione internazionale dell’economia e della società meridionale e adottare l’opzione strategica mediterranea, anche mediante il rafforzamento delle Zone
Economiche Speciali (ZES) e i programmi di cooperazione allo sviluppo.

 

Il Piano come bussola metodologica

Per essere subito operativo e completare la realizzazione delle cinque missioni secondo un percorso definito, il Piano individua un metodo di definizione e attuazione dei programmi di investimento e degli interventi.
Alle amministrazioni impegnate nell’attività di investimento nel Mezzogiorno, il Piano propone un metodo cooperativo di attuazione rafforzata, con misure in grado di assicurare tempestività e qualità degli investimenti previsti per rispondere al progressivo indebolimento sia dell’attività di indirizzo e di impulso, sia della capacità realizzativa e progettuale delle amministrazioni.
Il nuovo metodo è caratterizzato dai seguenti approcci:

  • Le task force per “missioni” e “prossimità ai luoghi”

Per garantire condizioni di tempestività e qualità degli investimenti previsti il Piano adotta un approccio improntato a una stretta cooperazione amministrativa verticale fra centro e territorio, per favorire la rapida attuazione delle azioni del Piano e per dare un concreto supporto agli enti beneficiari tramite l’Agenzia per la Coesione Territoriale.

  • Il supporto alla progettazione

Per assicurare la qualità degli investimenti e la velocità di impegno e spesa delle risorse disponibili, il Piano prevede l’attivazione di un apposito Fondo di progettazione destinato alla creazione di un parco progetti cantierabili da finanziare anche nell’ambito della programmazione 2021-27.

  • Le centrali di committenza e centri di competenza nazionale

Le azioni di sistema sono realizzate attraverso centri di competenza nazionale (ACT, Invitalia, Struttura per la progettazione di beni ed edifici pubblici) che opereranno a diretto supporto delle amministrazioni titolari di risorse, anche al fine di realizzare una rete di qualificate stazioni appaltanti operanti a livello locale.

Il Piano Sud si configura quindi come una stella polare di metodo per le amministrazioni che perseguono gli obiettivi di sviluppo e coesione, due vere missioni che non riguardano solo il Mezzogiorno, ma la volontà di rendere competitivo il nostro Paese.

Per approfondire: Piano Sud 2030 Sviluppo e Coesione per l’Italia