Giudicato il migliore tra quelli presentati all’Open Community PA 2020 – Pon Governance 2014-2020, “TOO(L)SMART: strumenti per la gestione informata e inclusiva delle politiche urbane per le Smart Cities” è una best practice italiana di riuso che ha visto il Comune di Torino ente capofila e i Comuni di Lecce, Padova e Siracusa in qualità di “enti riusanti”.
L’ispirazione di TOO(L)SMART deriva dalla peculiarità di una soluzione open source, open software, open hardware, quindi non proprietaria, sviluppata dall’Università e che ha poi in un secondo momento coinvolto l’ente pubblico.
Un progetto di ricerca applicata del tutto nuovo per la PA, che non ha semplicemente adottato una soluzione tecnologica, ma ha intrapreso un set di azioni abilitanti per la gestione di una piattaforma IoT (Internet of things) non proprietaria che consentisse un’azione di monitoraggio civico diffuso.
IL PROGETTO
Alla base del progetto l’idea di testare nuovi modelli di gestione informata e partecipata delle policy locali attraverso un set di strumenti ICT (Information & Communication Technology) e processi gestionali in grado di garantire sostenibilità, inclusione, scalabilità ed economicità.
L’obiettivo quello di co-sviluppare, in una logica di intervento aperta al contributo dei singoli partner, un sistema integrato di raccolta e utilizzo di dati su variabili territoriali, utilizzando le più recenti innovazioni tecnologiche (in ambito IaaS – Infrastructure as a Service e Iot – Internet of things) e mettendo al servizio degli enti riusanti soluzioni per semplificare i processi amministrativi.
Interpretata come un vero e proprio strumento di coinvolgimento della cittadinanza – in particolare delle fasce più giovani – sui temi della sostenibilità grazie al valore dell’utilizzo dei dati, e non solo come una pura soluzione tecnica, la piattaforma Internet of things di monitoraggio TOO(L)SMART è, inoltre, oggi completamente disponibile e utilizzabile da qualsiasi amministrazione, grazie al Kit del Riuso.
Si tratta di un pacchetto di strumenti utili ad abilitare il trasferimento della soluzione tra Amministrazioni, supportandole nelle varie fasi del percorso di adozione della buona pratica: selezione, trasferimento, gestione a regime.
Grazie all’importo di risorse rendicontato ammissibile ai fini PONGOV di 649.794,27 Euro – suddivise principalmente tra gestione del personale interno, acquisizione di beni e servizi, installazione e coordinamento dei materiali, attività di comunicazione – TOO(L)SMART è in grado di offrire una piattaforma open source e un’infrastruttura a rete di sensori e micro-controllori installati su edifici, strade, autobus e lampioni che, nelle Città attive nel progetto, raccolgono dati e informazioni relative al monitoraggio ambientale.
Sono infatti state installate stazioni di monitoraggio ambientale a basso costo equipaggiate con connettività Wi-Fi o Ethernet, 4G o LoRa (Long Range), per l’analisi di dati, a disposizione di tutti i cittadini, come la temperatura, l’umidità, la pressione, direzione e intensità del vento, millimetri di pioggia e il particolato ma, in ottica di scalabilità, la piattaforma può essere usata anche con altri sensori.
In affiancamento sono state svolte attività divulgative rivolte a cittadinanza e PA. In particolare, in tutte le città partner gli enti interessati come ad esempio le Arpa – Agenzie regionali per la protezione ambientale – locali hanno potuto prender parte a webinar specifici, nell’ottica di diffondere conoscenza sul progetto e sulla buona pratica che ne è alla base, al fine di favorirne la replicabilità.
Nel complesso, nei territori partner coinvolti dal progetto sono state installate:
– 35 stazioni di monitoraggio,
– di queste, 12 stazioni meteo – vere centraline installate in luoghi pubblici – e 23 starter kit – centraline auto costruite utilizzabili per attività formative;
– oltre 30 edifici comunali target (scuole e uffici comunali)
– 3 istituti superiori coinvolti nella formazione
– 1.500 utenti coinvolti nelle attività divulgative on e offline.
TOO(L)SMART è stato strutturato per essere adattabile in contesti con personale e skills tecnologiche molto diversi, definendo differenti modalità di riuso: più autonome laddove le conoscenze fossero presenti o, al contrario, chiavi in mano con un vero e proprio pacchetto d’installazione.
In entrambi i casi, comunque, tutti gli enti riusanti, grazie alle competenze acquisite nel corso del progetto, sono giunti a installare completamente il middleware Stack4Things (elemento core della Buona Pratica, che abilità la realizzazione della piattaforma di monitoraggio ambientale partecipativo), con un trasferimento di successo, dunque, della componente software della piattaforma IoT. Inoltre, tutti i territori partner hanno potuto testare la piattaforma (con sensori in campo) in lab e/o in condizioni reali.
Per maggiori informazioni sulle sperimentazioni locali, si invita a consultare la pagina del Progetto.
Ad oggi il progetto, nonostante alcune criticità riscontrate nel non allineamento dei contesti tecnologici di partenza di ogni città partner, e nella difficoltà di fare formazione e manutenzione a causa delle limitazioni del periodo di crisi pandemica, ha lasciato un impatto positivo grazie alle skills tecnologiche acquisite e all’implementazione della componente software della piattaforma in tutti i territori.
Ci sono infatti concrete prospettive di ampliamento e sperimentazione future, anche in ambito europeo: in particolare, nei territori di Torino e Lecce c’è la volontà di continuare a favorire sperimentazioni raffronti e sinergie in collaborazione con diverse realtà, sempre per progetti di natura ambientale.
Anche per quanto riguarda gli aspetti legati alla formazione, la direzione è quella di mettere a sistema conoscenze, linee guida e buone pratiche in ambito smart cities, rendendole disponibili per tutte le amministrazioni, grazie alla collaborazione in fase di avvio con Università, come il Politecnico di Torino, e Consorzi come il Consorzio interuniversitario nazionale per l’informatica, CINI.