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Tecnologia, servizi e contenuti digitali

 
13 Settembre 2019

Tecnologia, servizi e contenuti digitali

Performance, percezione pubblica e scenari per il futuro.

Il tema degli investimenti tecnologici e dell’erogazione dei servizi digitali è da sempre uno degli argomenti più interessanti, ma al contempo più dibattuti sia in dal punto di vista delle opportunità (mancate o raccolte), sia delle evoluzioni in termini culturali, oltre che infrastrutturali. 

In quest’ottica tutti i rapporti e gli studi al momento disponibili mostrano un significativo progresso nella disponibilità di infrastrutture e di servizi digitali, sia pubblici che commerciali. Allo stesso tempo, però, tale progresso non sembra proliferare rapidamente nella diffusione delle competenze digitali di base dei cittadini italiani e, al contempo, non sembra diffondere in modo omogeneo il pieno utilizzo delle opportunità dei servizi pubblici e del commercio on-line, soprattutto per le piccole medie imprese. Nonostante, infatti, una significativa diffusione dell’uso del web e dell’accesso ai molti contenuti disponibili, nonché una buona percezione da parte dei cittadini europei in merito al mercato unico digitale e alle sue opportunità, stenta ancora ad essere pervasiva la cultura dell’uso di servizi pubblici digitali. 

Dal punto di vista dei contenuti, secondo i dati Eurobarometro presentati nel report “Accessing content online and cross-border portability of online content services” (Flash EB 477a, 2019), oggi quasi tutti i cittadini dell’Unione europea utilizzano Internet (87%) in media e almeno otto europei su dieci lo usano in tutti gli Stati membri. L’uso di Internet per scaricare o trasmettere musica, film, serie TV, e-book, guardare sport o giocare è quasi altrettanto diffuso, con circa otto europei su dieci (77%). La musica (59%), nonché i film, le serie e i contenuti TV (56%) sono i tipi di contenuti più popolari a cui gli europei hanno avuto accesso negli ultimi 12 mesi. Come prevedibile, gli intervistati più giovani fanno segnare numeri più elevati. Quasi tutti gli intervistati di età compresa tra 15 e 24 anni (97%), infatti, hanno avuto accesso ad almeno un tipo di servizio di contenuti online e circa nove su dieci hanno avuto accesso a musica (90%) e film, serie o contenuti TV (86%). Secondo Eurobarometro gli intervistati scaricano o trasmettono in streaming contenuti gratuiti, ma tendono a pagare per contenuti audiovisivi, citando la scelta e il rapporto qualità-prezzo come motivi principali per farlo. Circa il 44% degli europei che ha utilizzato Internet per lo streaming o il download di film, serie o contenuti televisivi conferma di aver pagato per visione o di avere un abbonamento regolare. Al contempo la maggior parte dei cittadini dell’Unione europea presenta un elevato grado di consapevolezza della portabilità dei servizi di contenuti on-line, ma solo un terzo degli intervistati, in media a livello Ue, sembra essere consapevole di ciò che ciò comporta esattamente. Le coorti di età più giovane, comprese quelle tra 18-24 anni e quelle nella coorte di età successiva, di età compresa tra 25 e 39 anni, hanno maggiori probabilità rispetto alle loro controparti di età pari o superiore a 55 anni di essere a conoscenza della portabilità dei servizi di contenuti online e di sapere cosa ciò comporta (45% e 42% rispettivamente contro 22%).

Tale approccio positivo al digitale trova conferma anche nella percezione dei cittadini europei sull’importanza del mercato unico digitale all’interno dell’Unione. Secondo l’ultimo rapporto di Eurobarometro (Standard Eurobarometer 91 di giugno 2019), di fatto il 63% degli europei (sei su dieci) è fortemente favorevole ad un mercato unico digitale all’interno dell’Unione europea. Un dato già evidente nella rilevazione dello speciale Eurobarometro del marzo 2019 (Special Eurobarometer 486) e che in Italia si attesta al 59%, sotto il valore della media europeo.  

Alla luce del quadro appena delineato, dunque, l’interrogativo su cui porre l’attenzione è soprattutto quello di una situazione altalenante e di una transizione ancora debole verso la piena affermazione di servizi digitali, sia dal lato dell’offerta, sia soprattutto da quello della domanda. Nel corso del tempo numerosi sono stati i tentativi di interpretare in modo puntuale e pertinente tale condizione. Un elemento del tutto innovativo in questa direzione è tuttavia rilevato all’interno del Rapporto di Monitoraggio sull’attuazione degli Obiettivi Tematici 11 e 2 nei POR e nei PON italiani. Si tratta della lettura integrata di tre fattori che, al di là delle infrastrutture e delle risorse a disposizione, possono fortemente contribuire ad incrementare sia l’offerta che la domanda di servizi pubblici digitali: da un lato l’engagement degli enti locali e una massiva azione di promozione territoriale della cultura dei servizi digitali; dall’altro una contestuale azione di graduale switch-off di servizi e/o pratiche non più riconducibili ad un sistema di offerta integrato che contempli non solo l’erogazione dei servizi digitali, ma una incidenza della trasformazione digitale sull’innovazione, la crescita economica e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini. 

La lettura, dunque, dei diversi indicatori oggi disponibili sul digitale dovrà necessariamente essere effettuata in un’ottica di policy connessa all’idea di “Europa più intelligente” della futura politica di coesione 2021-2027 e del futuro programma di “Europa Digitale” che dovrebbe garantire investimenti su temi chiave quali intelligenza artificiale, competenze digitali, cibersicurezza e utilizzo ampio e diffuso delle tecnologie digitali in tutti settori chiave dell’economia e della società. A tale proposito, per consentire fin da subito la più ampia partecipazione dei cittadini, la Commissione europea ha aperto una consultazione pubblica sul futuro degli investimenti nell’economia digitale europea che si chiuderà il prossimo 25 ottobre 2019.