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La partecipazione civica per migliorare la governance della politica di coesione | OT11OT2

Pubblicato il
20 Aprile 2020

Dalla Commissione europea opportunità per cittadini, amministrazioni e associazioni

La partecipazione civica per migliorare la governance della politica

Il contributo attivo dei cittadini e delle diverse forme di associazionismo e innovazione sociale sono da tempo considerati i nuovi pilastri dell’evoluzione delle società attuali. Ciò è evidente soprattutto in quei contesti ad elevato tasso di criticità come ad esempio quelli urbani o ultra-periferici o caratterizzati da elevato tasso di povertà, elevati indici di diseguaglianza ed esclusione sociale.

Numerose sono le analisi disponibili in letteratura in questo senso e molto interessanti sono soprattutto quelle contenute nelle ricerche condotte nelle realtà metropolitane. Fra tutte spiccano le esperienze di ricerca spagnola e della città di Barcellona in particolare che, di questo approccio all’innovazione sociale, ha fatto un’avanguardia di studio oltre che di pianificazione delle politiche pubbliche. In questo senso, quando qualche anno fa il professor Oriol Nel.lo, dell’Universitat Autonoma de Barcelona, pubblicava, con il contributo di due ricercatori italiani, l’edizione italiana del volume “La città in movimento. Crisi sociale e risposta dei cittadini”, non proponeva solo una disamina fortemente indicativa di un approccio teorico e politico, ma delineava un vero e proprio scenario evolutivo delle politiche pubbliche, fondato tanto sulle sfide da affrontare, quanto sulle opportunità da cogliere in termini di pratiche di innovazione sociale e nuovo ruolo civico.

A distanza di pochi anni da quell’analisi così puntuale, attribuire ai cittadini un ruolo chiave nel disegno e nell’attuazione delle politiche pubbliche è ormai considerata una priorità di policy da parte di molti decisori pubblici, tanto da spingere la stessa Unione europea a farne i fondamenti delle linee guida politiche della nuova Commissione europea. Così, coinvolgere i cittadini nella costruzione del futuro dell’Unione è da tempo diventato un principio guida delle politiche europee. Un principio riconosciuto e rafforzato nello stesso Trattato di Lisbona e in una serie di documenti e dichiarazioni politiche, come la dichiarazione di Sibiu per una “nuova agenda strategica per l’UE 2019 -2024”, adottata nell’ambito del Consiglio europeo informale tenutosi a Sibiu in Romania il 9 maggio 2019.

Anche la politica di coesione non si sottrae a questa nuova frontiera.
Ne sono riprova da un lato il rafforzamento del cosiddetto principio di partenariato e dall’altro l’attenzione al miglioramento degli strumenti di governance per il coinvolgimento dei cittadini e della società civile nella politica di coesione.

Nel primo caso si tratta in buona sostanza di attribuire un valore sempre crescente al coinvolgimento integrato e sistematico di partner pertinenti rispetto alle politiche e ai programmi di investimento territoriali e nazionali; nel secondo caso, invece, sono dei veri e propri percorsi di miglioramento della capacità delle istituzioni centrali, regionali e territoriali nel mettere in campo misure di attivazione dell’intelligenza civica. Per questo motivo, anche a seguito del significativo momento di riflessione internazionale che si è svolto a Bruxelles lo scorso 6 febbraio nell’ambito dell’evento dal titolo “Engaging Citizens for Good Governance in Cohesion Policy”, la Direzione Generale per la Politica Regionale e Urbana della Commissione europea sta realizzando diverse azioni e investimenti per migliorare la cooperazione e un più stretto coinvolgimento dei cittadini e della società civile nella governance e nella gestione dei fondi europei della politica di coesione.

Fra questi si possono citare almeno due iniziative:

  • un bando dedicato alle Autorità di Gestione e agli Organismi Intermedi dei Programmi Operativi (POR e PON) finanziati dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e dal Fondo di Coesione europeo
  • e un’azione rivolta alle organizzazioni della società civile.

Nel primo caso le Autorità di Gestione e gli Organismi Intermedi, che saranno selezionati tramite il bando (la cui scadenza di presentazione delle domande è fissata al 30 aprile prossimo), potranno prendere parte ad un progetto pilota europeo. Il progetto consentirà ai partecipanti  di beneficiare di un’azione di sostegno e consulenza mirata, realizzata con la cooperazione dell’OCSE, finalizzata a migliorare le modalità di coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni strategiche per l’attuazione dei programmi operativi nazionali e regionali e nella realizzazione di obiettivi specifici nella realizzazione di politiche pubbliche (ad esempio monitoraggio degli investimenti, valutazione dell’impatto e dei risultati degli investimenti della politica di coesione sul territorio etc.). 

Per quanto riguarda l’azione rivolta alle organizzazioni della società civile, invece, la Commissione europea ha lanciato un invito a presentare proposte finalizzato a raccogliere strumenti o azioni a sostegno dell’impegno dei cittadini nell’attuazione della politica di coesione. In questo caso si tratta di un’azione essa stessa di apertura e coinvolgimento a cui le organizzazioni possono aderire entro il termine del 31 maggio 2020.

In entrambi i casi il principio ispiratore è quello di un coinvolgimento più attivo dei cittadini da una parte e di una crescita, dall’altra, della capacità di utilizzo e valorizzazione del ruolo e dell’intelligenza collettiva e civica da parte delle istituzioni stesse, portandole ad essere ancora più trasparenti, responsabili ed efficaci nella propria azione di disegno e governance delle politiche pubbliche.

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