L’accordo prevede, rispetto al passato ciclo di programmazione, maggiore concentrazione delle risorse economiche con una riduzione del numero di programmi e al contempo un aumento di finanziamenti da gestire: due terzi, oltre 56 miliardi, saranno destinati a finanziare i Programmi Regionali (POR), mentre i restanti 27 miliardi andranno a finanziare i Programmi Nazionali (PON).
L’obiettivo è quello di consolidare e rinforzare le esperienze migliori della Programmazione 2014 -2020, grazie all’introduzione di nuove progettualità, tra cui l’iniziativa del PON Salute, richiesta fortemente dal Ministro per contribuire a ridurre i divari della sanità meridionale.
I PON previsti nel testo dell’Accordo inviato a Bruxelles sono:
- Salute: rivolto al rafforzamento di medicina di genere, prevenzione e tutela delle persone con disagio psichico, in particolare tra le fasce più vulnerabili nelle regioni meno sviluppate (circa 620 milioni di euro);
- Innovazione, ricerca e competitività per la transizione verde e digitale: comprendente anche azioni rilevanti in materia energetica (oltre 5,6 miliardi di euro);
- Cultura: mirato a rivitalizzare i luoghi della cultura e altri spazi nelle regioni meno sviluppate (circa 650 milioni di euro);
- Metro Plus: per potenziare la qualità della vita in periferie e aree marginali del Mezzogiorno (circa 2,9 miliardi di euro);
- Sicurezza e legalità: per rafforzare i presidi di sicurezza, al fine di tutelare lo sviluppo di territori e attori economici (circa 580 milioni di euro);
- Scuola e competenze: per arginare la dispersione scolastica, in particolare al Sud (oltre 3,8 miliardi di euro);
- Inclusione e povertà: atto a potenziare l’opera di avvio di servizi con caratteristiche e standard omogenei su tutto il territorio nazionale, estendendo l’intervento anche a minori in condizioni di disagio, anziani non autosufficienti e disabili (oltre 4,1 miliardi di euro);
- Giovani, donne e lavoro: per la creazione di nuova occupazione “di qualità”, soprattutto giovanile e femminile (circa 5,1 miliardi di euro);
- Capacità per la coesione: rivolto al reclutamento di professionalità elevate a tempo determinato, destinate al potenziamento delle strutture impegnate nella gestione dei fondi di coesione (circa 1,3 miliardi di euro).
Oltre ai Fondi Strutturali, nei prossimi anni, per le Amministrazioni centrali, regionali e locali saranno disponibili risorse attraverso i seguenti strumenti di intervento: PNRR, React-EU, Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC), Just Transition Fund.
Gestione degli interventi: criticità e azioni
Nella bozza sono elencate alcune criticità, tra le quali la capacità amministrativa, che sono la causa dei ritardi nell’attuazione e nell’assorbimento delle risorse, soprattutto nei contesti fragili del Paese e nel Mezzogiorno al quale saranno destinati oltre 56 miliardi di investimenti per il 2021-2027.
Su queste basi le principali azioni previste riguarderanno:
- il rafforzamento delle strutture, attraverso il potenziamento delle Autorità di coordinamento, delle Autorità di gestione e degli Organismi intermedi con particolare attenzione alle aree più fragili;
- la disponibilità e capacità delle risorse umane impegnate in tutte le fasi del ciclo degli investimenti finanziati;
- le procedure e gli strumenti necessari per rendere più efficace la gestione degli interventi promuovendo pratiche e modelli comuni di gestione, utilizzando al meglio le opportunità di semplificazione e incoraggiando pratiche collaborative tra i diversi soggetti.
Il ruolo del PON Capacità per la Coesione e dell’Agenzia per la Coesione Territoriale
Uno degli strumenti che contribuiranno a migliorare la capacità amministrativa di gestione dei fondi sarà il PON Capacità per la Coesione, che “andrà a sostituire” e su alcuni aspetti si porrà in continuità con il PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020.
La linea di intervento più rilevante del Programma, anche in termini finanziari, è il reclutamento, a tempo determinato, di alte professionalità (destinate agli enti locali delle regioni meno sviluppate) che risponderanno ai fabbisogni specifici delle amministrazioni.
Il Programma nazionale interverrà, inoltre, nelle realtà più fragili attraverso l’impegno diretto dell’Agenzia per la Coesione Territoriale che avrà un ruolo rafforzato e nuovi poteri in tema di governance, definendo Piani di intervento e supporto in settori strategici come gli appalti, la gestione degli aiuti di stato, la trasparenza e la lotta alla corruzione.