In particolare, il volume affronta il tema della dimensione territoriale della politica di coesione in Italia sia attraverso un esame dei progetti FESR e FSE 2014-2020 con comuni beneficiari, sia con una panoramica sulle Azioni Innovative Urbane, sulle strategie di Sviluppo Urbano Sostenibile, sul PON Città metropolitane e sulla Strategia Nazionale Aree Interne.
Ampio spazio anche al futuro della politica di coesione per il 2021-2027 sul versante delle risorse finanziarie, alla luce del nuovo strumento Next Generation EU e del rafforzamento del prossimo Quadro Finanziario Pluriennale.
Il Covid-19 ha fortemente influenzato le politiche di coesione e i connessi investimenti relativi al periodo di programmazione 2014-2020. L’anno che si sta chiudendo sarebbe dovuto essere quello dei bilanci finali e della valutazione delle iniziative e dei progetti intrapresi nell’arco degli ultimi 7 anni, ma la pandemia globale ha portato a stravolgimenti e cambi di rotta necessari per far fronte all’emergenza sanitaria, economica e sociale, fatti di modifiche al quadro regolamentare e di importanti riprogrammazioni di risorse.
Entrando nel dettaglio, le risorse disponibili in Italia per le politiche di coesione a valere sui Fondi strutturali (FESR e FSE) per il periodo 2014-2020, si attestano intorno ai 54,2 miliardi di euro gestiti tramite 59 Programmi Operativi (12 per il PON, 39 per il POR e 8 per i Programmi di Cooperazione Territoriale).
In particolare, lo stato di attuazione dei Fondi strutturali e di investimento europei per singolo Obiettivo Tematico, i dati al 30 giugno 2020 evidenziano valori di impegni maggiori al 60% sul programmato per 6 degli 11 Obiettivi Tematici (OT1 “Ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione”, OT2 “Agenda Digitale”, OT3 “Competitività dei sistemi produttivi”, OT7 “Mobilità sostenibile di persone e merci”, OT8 “Occupazione” e OT10 “Istruzione e Formazione”.
L’attuazione della politica di coesione nel periodo di programmazione 2014-2020 ha posto sempre di più l’accento, inoltre, sul tema della capacità amministrativa delle istituzioni coinvolte nei processi di programmazione, attuazione e valutazione.
L’Italia ha accolto gli input comunitari disegnando una specifica strategia di rafforzamento della capacità amministrativa, concretizzatasi nello strumento del Piano di Rafforzamento Amministrativo (PRA) per le amministrazioni titolari di Programmi Operativi.
Ad oggi, il nostro Paese è l’unico tra i membri dell’Unione ad aver implementato uno strumento di questo tipo, che permette di intervenire e migliorare la capacità di gestione delle risorse dei Fondi strutturali. I PRA sono documenti di pianificazione, di durata biennale, in cui si definiscono azioni concrete di semplificazione e di rafforzamento della capacità amministrativa per conseguire obiettivi misurabili di miglioramento della gestione dei PO.
L’esperienza italiana è stata riconosciuta in questi anni anche a livello sovranazionale e l’intero processo è stato seguito con estrema attenzione dalla Commissione europea, che ha individuato la sperimentazione dei PRA in Italia come un punto di riferimento importante nell’ambito delle azioni di rafforzamento per l’attuazione della politica di coesione.
L’impegno del Paese sul tema del rafforzamento della capacità amministrativa si esplicita negli oltre 3 miliardi di euro di finanziamento pubblico mobilitati: di cui oltre 1,66 miliardi di euro (il 55,3% del totale) per attività di assistenza tecnica e poco più di 1,06 miliardi di euro, pari al 35,3% del totale, per attività volte ad aumentare la capacità istituzionale ed amministrativa.
L’auspicio è che l’esperienza maturata fino ad ora dai PRA possa proseguire nel periodo di nuova programmazione 2021-2027.
Per maggiori approfondimenti consulta il Report IFEL 2020