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Quality of Government Index

 
21 Marzo 2018

Quality of Government Index

Dall’Università di Göteborg un’analisi della qualità istituzionale e della percezione dei cittadini in 202 regioni di 21 Paesi dell’Unione europea

Grado di imparzialità nell’esercizio delle funzioni pubbliche, livello della corruzione e qualità nell’erogazione dei servizi pubblici. Sono queste le tre dimensioni di analisi alla base del Quality of Government Index (EQI), l’indice europeo di qualità del governo sviluppato dal Quality of Government Institute dell’Università di Göteborg con il contributo della Commissione europea.

L’indice rappresenta l’unica misura attualmente disponibile a livello regionale nell’Unione europea con caratteristiche di multidimensionalità nell’analisi della qualità percepita delle istituzioni pubbliche. Di fatto l’EQI mira a rilevare le percezioni e le esperienze dei cittadini in tema di corruzione, qualità e imparzialità nell’erogazione dei servizi pubblici (sanità, istruzione, sicurezza ecc.) nelle proprie regioni di residenza, con lo scopo di offrire soprattutto a ricercatori e policy makeruno strumento per comprendere al meglio come varia la governance dei diversi Paesi dell’Unione europea, tanto nella geografia territoriale quanto nel tempo.

I dati sono stati raccolti e pubblicati per la prima volta nel 2010 sulla base di sondaggio a cui hanno risposto 34.000 cittadini in 172 regioni dell’Unione europea. Successivamente le rilevazioni sono state aggiornate nel 2013 con una rilevazione basata su 85.000 cittadini intervistati in 206 regioni. Per l’edizione 2017 gli intervistati sono stati 78.000, distribuiti in 202 regioni di 21 Paesi europei. Grazie a quest’ultima edizione, l’indice offre una doppia opportunità: da un lato una fotografia aggiornata dello stato di fatto; dall’altro una storicizzazione dei dati in grado di abilitare a una lettura sull’evoluzione delle tre dimensioni di analisi.

Da questo punto di vista la serie storica evidenzia una certa stabilità nella qualità istituzionale e, al tempo stesso, una riduzione nel corso del 2017 delle nette divergenze fra regioni occidentali e regioni orientali e, in parte, fra nord e sud dell’Unione europea. In particolare l’indice evidenzia che, a fronte della netta differenza registrata nel 2010 fra l’ex blocco socialista europeo e la parte occidentale dell’Unione, nel 2017 i miglioramenti più significativi si sono registrati proprio nelle regioni dell’est. Questi territori fanno registrare notevoli progressi nella governance, raggiungendo valori che si avvicinano sempre più alla media europea. Alcuni esempi sono quelli delle regioni di Praga e Pmorskie in Polonia, ma anche di molte regioni della Lituania e dell’Estonia. Nella direttrice nord-sud dell’Europa, invece, il territorio settentrionale presenta una stabilità nella propria forza, a fronte di un piccolo scivolamento verso il basso di alcune regioni del sud, ad eccezione dei casi del Portogallo e di alcune regioni nord della Spagna.

Per quanto concerne l’Italia i valori registrati collocano il nostro Paese al 169 posto in classifica, con un EQI pari a 23.4 punti, abbastanza al di sotto della media europea. A pesare è non solo l’ancora netta demarcazione geografica fra nord e sud del Paese, quanto l’influenza sulla percezione negativa dei cittadini di tutte dimensioni di analisi. In particolare corruzione e imparzialità fanno registrare ancora uno scarto rilevante rispetto alla media europea, mentre la qualità dei servizi pubblici, per quanto ancora insoddisfacente, fa registrare una distanza minore rispetto alla media dell’Unione.

Al di là delle dimensioni metodologiche e di ricerca, dunque, è evidente che la qualità del governo è ormai una delle dimensioni chiave per comprendere e superare le differenze di sviluppo fra i diversi Paesi europei. Per questo i temi della qualità istituzionale e della reputazione pubblica costituiscono sempre più la frontiera e i cantieri di lavoro per amministrazioni e territori.