Trucchetto in cucina, nessuno conosce questa pianta: è un amuleto contro la sfortuna ricco di benefici!
Che le erbe aromatiche siano fonte di benessere, non ci sono dubbi, ma che questa antichissima figlia di Madre Natura, sia anche potente contro il malocchio, stupisce. Chi ci crede? Ne andavano matti pure gli antichi romani!

Non è una pianta nota, ma è sicuramente tra le protagoniste della cucina Mediterranea.
In Sicilia viene utilizzata contro il malocchio, non solo per le ricette più buone. Che si tratti di carni, pesce, insalata, formaggi e uova, sta bene su tutto, e le sue proprietà sono oro puro. In Africa si usa per aromatizzare il caffè! Inoltre, le sue bacche e le sue foglie sono ingredienti del berberè, cioè una miscela di spezie piccante.
È fonte di oli essenziali, lipidi, carboidrati, calcio, sodio, ferro e proteine. Tutto questo in una pianta? Se utilizzata fin dall’antica Roma, allora… ci sono i suoi motivi! Al suo interno ci sono anche molteplici furanoacridoni, ma anche alcaloidi come l’arborinina e l’evoxantina. Ancora la cumarine, limonoidi e la pilocarpina.
La furocumarina è una sostanza presente che potrebbe aumentare la sensibilità della pelle al sole, e aumentare l’azione fotosensibilizzante di alcuni farmaci. Per cui è sconsigliato ingerirla e poi esporsi al sole. In ogni caso è una pianta perenne, c’è sempre.
Pianta come amuleto contro la sfortuna, è il tuo trucco in cucina
Storicamente usata per problemi di salute legati all’infiammazione. Disturbi intestinali, febbre, infezioni provocate da parassiti. Ma è consigliata anche per vene varicose, lividi, slogature, reumatismi, indigestione, nervosismo, disturbi del cuore, diarrea, problemi respiratori e ancora paralisi come quella di Bell. Ma com’è possibile?

Non ci sono evidenze scientifiche, ma a volte “i modi degli antichi” sono giusti. In Sicilia è pratica comune utilizzare le erbe per calmare dolori.
Basta pensare all’alloro che cura tantissimi malanni, dal mal di pancia al mal di testa. I farmaci non vanno sostituiti, ma le piante sono sicuramente benefiche e possono accompagnare la diagnosi medica se serve.
Nello specifico, all’erba in questione si associano le proprietà antispastiche, la pilocarpina è usata contro il glaucoma e per l’avvelenamento da atropina. Anche la pilocarpina va assunta con moderazione, e non va ingerita durante la gravidanza per rischio aborto.
Ma cosa se ne facevano i romani della Ruta Graveolens, nota semplicemente come ruta?
Plinio cita il succo della pianta come antidoto per ogni tipo di veleno, mentre Galeno il grande farmacista dell’Antica Roma, nonostante le reputi in parte incompatibile con l’utilizzo umano, essa discioglierebbe i muchi da infezioni respiratorie.
In Sicilia le sue foglie profumate sui davanzali delle case, tengono lontani gli spiriti maligni, le malattie e il malocchio! “Ruta e focu, scantu di ogni locu”, tradotto “Ruta e fuoco, protezione da ogni luogo!” Un talismano contro il malocchio, le donne la portavano addosso in piccoli sacchetti di lino, e associarlo al fuoco deriva dall’uso di bruciare le foglie come rituale di purificazione.