Eredità, un fratello vuole vendere la casa e l’altro no? Epilogo bruttissimo

Due fratelli acquisiscono un’unica casa in eredità, ma uno di questi la vuole vendere: cosa succede se le due parti non sono d’accordo.

Il lutto di un familiare è un dolore forte, che nessun bene materiale può compensare. Eppure qualcosa di materiale resta dopo la morte, e si chiama eredità. Da secoli si discute su questo tema, tanto complesso quanto attuale, che riguarda la spartizione dei beni in maniera equa – anche quando il bene in questione è solo uno.

Sagoma di fratello e sorella che litigano e una casa sullo sfondo
Eredità, un fratello vuole vendere la casa e l’altro no? Epilogo bruttissimo – ot11ot2.it

Ma da che mondo è mondo, le case ancora non si possono dividere – a meno che la struttura non lo permetta, s’intende. Ed è proprio da questo dettaglio che possono nascere problematiche complesse, specialmente tra fratelli che, in media, da adulti prendono strade diverse.

Tuttavia, la casa rimane una, e se un fratello vuole venderla e l’altro no, si innescano più problemi che soluzioni. Soprattutto se non c’è un rapporto di reciproca collaborazione o se entrambi rimangono fermi sulla propria posizione. Ecco, in uno scenario del genere, la legge non consente di decidere chi ha la meglio: non esiste una norma specifica, se non quella del buon senso. Ma qualche soluzione per trovare un accordo, in realtà, c’è.

Due fratelli e una casa: si può vendere l’immobile ereditato senza il consenso dell’altro erede?

Quando due fratelli si ritrovano comproprietari della stessa casa, l’eredità può trasformarsi in una trappola emotiva prima ancora che legale. Uno vuole vendere, l’altro no. Uno sogna di affittarla, l’altro ci vede solo problemi. In teoria sono comproprietari con pari diritti, ma nella pratica nessuno può decidere da solo: servono accordi, compromessi, e un bel po’ di pazienza.

Due fratelli e una casa: si può vendere l’immobile ereditato senza il consenso dell’altro erede? – ot11ot2.it

Finché non c’è una divisione vera e propria, la casa resta in comunione ereditaria. Questo vuol dire che anche se ogni fratello ha la sua percentuale, l’intero immobile è condiviso, indivisibile nei fatti. E finché si va d’accordo, può anche funzionare. Ma quando i rapporti si incrinano, le cose si complicano.

La legge, però, non lascia proprio tutto al caos. Un fratello può vendere la sua quota anche contro il volere dell’altro (che diventerebbe a tutti gli effetti comproprietario), ma quest’ultimo ha il diritto di precedenza e può acquistarla alle stesse condizioni. Ed è questa una delle situazioni che può creare un epilogo non bellissimo.

Ma c’è di peggio. Se nessuno trova una via d’uscita civile, o si va dal giudice e si chiede la divisione giudiziale – con il rischio concreto che la casa finisca all’asta – oppure si tenta la via del notaio, con una divisione consensuale e qualche calcolo sul conguaglio da versare.

Insomma, se si è in disaccordo, non si può bloccare tutto a oltranza. La legge, prima o poi, scioglie il nodo. Ma a quel punto, più che una casa, restano spesso solo macerie familiari.

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