Cambia la gestione della sospensione della patente che diventa più difficile, opera della Cassazione.
Il giudice penale deve soddisfare un obbligo quando emette la sentenza di patteggiamento applicando la sospensione della patente di guida. Nel caso in cui si causassero incidenti stradali con morti o feriti gravi, vige un sistema da soddisfare mediante i seguenti elementi. La sospensione diventa più difficile, ecco perché.

L’obbligo di motivazione del giudice penale rende più difficile la sospensione della patente di guida. Questa è determinata mediante la semplice menzione dell’adeguatezza o delle congruità della sanzione, ma solo quando la misura è applicata nella misura inferiore alla media, o comunque modesta.
Al contrario, se la determinazione del periodo della sanzione accessoria si allontana dal minimo, deve aumentare proporzionalmente anche l’onere di spiegare le ragioni che giustifichino la sentenza. Bisogna dar conto delle ragioni che hanno portato il giudice penale a dare una pena così severa, e alla quantificazione della durata della sanzione amministrativa accessoria.
Lo dice la Cassazione alla sentenza n. 18178/2025 dello scorso 14 maggio. La pronuncia legata alla sospensione della patente è considerata come sanzione amministrativa accessoria per i reati di omicidio stradale e lesioni personali.
Ma ci si sofferma sull’aspetto del patteggiamento da parte della difesa. Infatti, la Suprema Corte ricorda che la sospensione della patente non segue questo accordo tra accusa e difesa, perché il Legislatore ha deciso che la scelta spetta alla discrezionalità del giudice.
Il punto è che la discrezionalità non può divenire arbitrio, e la rimostranza di garanzie è la motivazione del giudice che non può essere assolutamente viziata di alcun elemento. Altrimenti, l’imputato può ricorrere alla Cassazione anche davanti il patteggiamento per avere una mitigazione della sanzione.
Ma ci sono altri casi da attenzionare, anche per capire quale codice applicare.
Quale codice applicare, perché la sospensione della patente diventa più difficile
La sentenza n. 88/2019 parla di revoca della patente non in tutti i casi di omicidio stradale e di lesioni a prescindere, ma solo davanti ipotesi circoscritte. Ecco quale codice applicare.

Guida in stato di ebrezza o sotto droghe implica la revoca. Nelle altre ipotesi, bisogna valutare caso per caso, ed applicare eventualmente come sanzione amministrativa accessoria la sospensione come previsto nei limiti dall’art. 222, comma 2 del Codice della strada.
Conseguentemente a ciò si valuta che in caso di opzione dell’imputato per il patteggiamento, il giudice deve concretizzare la diminuzione di 1/3 della sanzione che riguarda la patente.
Infine, il giudice penale non fa ricorso ai criteri dell’art. 133 del c.p., perché questi trattano la sanzione penale. I suoi parametri sono quelli dell’art. 218 comma 2 del Codice della strada.
Quindi le motivazioni di sanzione penale e amministrativa sono distinte e non possono essere confrontate per contraddittorietà nella sentenza. Così, nel quantificare la durata della sospensione il giudice deve considerare la gravità della violazione, l’entità del danno, e il pericolo degli utenti che potrebbero scaturire dalla circolazione dell’imputato per strada.
La Cassazione però dà ragione al ricorrente nel caso di vizio motivazionale. Perché non bisogna omettere nulla, e nemmeno concentrarsi solo sulla gravità del fatto.