Reddito di cittadinanza, la Corte dice no ai rimborsi Inps: migliaia di stranieri ora possono ricorrere
Con la sentenza n. 31 del 2025, la Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo il requisito dei dieci anni di residenza continuativa richiesto agli stranieri per accedere al reddito di cittadinanza. Secondo i giudici, quel vincolo è in contrasto con i principi fondamentali di uguaglianza e parità sanciti dalla Costituzione italiana e dal diritto europeo, in particolare per quanto riguarda il trattamento equo dei cittadini stranieri regolarmente presenti sul territorio nazionale.

La Corte ha stabilito che un requisito così rigido, oltre a essere sproporzionato, penalizza in modo ingiustificato individui che, pur lavorando, contribuendo alla società e rispettando le leggi, venivano esclusi da una misura di sostegno fondamentale.
Basteranno cinque anni di residenza legale per ottenere il beneficio, anche per i cittadini extra-comunitari, in linea con la normativa europea e con precedenti orientamenti della giurisprudenza. Una svolta che potrebbe restituire dignità e tutele a migliaia di persone che, pur vivendo regolarmente in Italia da anni, si sono viste negare o revocare il sussidio, con pesanti ricadute economiche e sociali.
Reddito di cittadinanza: la Corte dice no ai rimborsi Inps. Un precedente che farà scuola
Negli ultimi anni, molti cittadini stranieri hanno ricevuto dall’INPS richieste di restituzione per somme già erogate. Il motivo? Non aver ancora raggiunto i dieci anni di residenza previsti. Ma ora la Corte dice no ai rimborsi Inps, aprendo la strada a una lunga serie di ricorsi e a una revisione radicale delle pratiche adottate finora. Per chi vive in condizioni economiche precarie, il peso di queste richieste era spesso insostenibile, con gravi conseguenze sociali e familiari.

A offrire supporto è anche l’Unione Nazionale Consumatori Umbria, che invita chiunque si trovi in questa situazione a contattare gli sportelli locali o scrivere all’indirizzo info@consumatoriumbria.it. L’obiettivo è fornire assistenza legale gratuita e aiutare i cittadini a tutelare i propri diritti. Ecco cosa può fare chi ha ricevuto una richiesta di rimborso:
- Controllare il proprio storico di residenza legale in Italia
- Raccogliere documenti relativi alla domanda e all’erogazione del reddito
- Chiedere consulenza legale o rivolgersi alle associazioni di tutela
- Valutare il ricorso amministrativo o giudiziario
La Corte dice no ai rimborsi Inps: una decisione netta, che riscrive le regole e ridà voce a chi era stato escluso. Questo verdetto non riguarda solo la forma giuridica, ma tocca la vita concreta di intere famiglie che, da oggi, possono finalmente guardare al futuro con un po’ più di fiducia. Chi ha rispettato le leggi e ha contribuito alla vita del Paese, anche se da meno di dieci anni, non potrà più essere trattato come cittadino di serie B. La Corte dice no ai rimborsi Inps, e con questo dice sì a un’Italia più equa.