Con il nuovo Codice della Strada diventa obbligatorio l’alcolock. Il dispositivo che blocca l’auto per chi ha livelli di alcol troppo alto sarà oggetto di controlli.
L’alcolock di cui si sente parlare ormai dalla fine dello scorso anno, diventa ufficialmente obbligatorio. Il dispositivo dovrà essere installato sulle vetture. Il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha firmato il decreto attuativo che definisce le linee guida; per chi non lo avrà sono previste sanzioni oltre i 600 euro e la sospensione della patente.

Se ne parla da mesi, ma solo ora arriva il decreto attuativo, da qui alle prossime settimane diventerà obbligatoria l’installazione dell’alcolock sulle automobili. Il dispositivo funzionerà come una sorta di barriera autobloccante nel caso in cui il conducente abbia un tasso alcolemico superiore a 0g/l. Prima di avviare il motore, infatti, sarà obbligatorio sottoporsi al test dell’etilometro e nel caso questo non vada a buon fine non sarà possibile avviare la macchina.
Il dispositivo diventerà oggetto di controllo ai posti di blocco e per chi non lo avrà installato è prevista una sanzione che va dai 158 ai 630 euro e la sospensione della patente da 1 a 6 mesi. Fondamentale ricordare però che l’alcolock non sarà obbligatorio per tutti i guidatori.
Trasporto di persone e merci, ecco chi dovrà installare l’alcolock
Stando al decreto firmato dal ministro Salvini, il dispositivo sarà obbligatorio sia per le vetture che trasportano persone quanto per il trasporto merci. È reso comunque obbligatorio solo per i guidatori che sono stati sorpresi per guida in stato di ebrezza. I recidivi, insomma.

Chi è stato già sorpreso con valori alcolemici al di sopra di quelli previsti dalla normativa dovrà per forza di cose dotarsi del dispositivo che dovrà essere installato per 2 anni, per chi è stato sanzionato per un tasso alcolemico sopra gli 0,8g/l; si sale invece a 3 anni per valori oltre l’1,5 g/l.
Il costo sarà a carico dei provati e vari tra i 1.500 e i 2mila euro a cui si devono aggiungere anche i costi dei boccagli monouso e della manutenzione.
Anche per questo motivo il dispositivo è al centro di diverse polemiche. Intanto perché non è uno strumento infallibile; in altri Paesi dove è stato adottato, vedi Francia e Finlandia, sono stati riscontrati diversi falsi positivi. A questo si aggiunge il problema dell’incompatibilità con le vetture: stando ai dati ACI, il parco auto italiano ha una media di 13 anni, di fatto parliamo di vetture troppo datate rispetto alla tecnologia richiesta per l’installazione del dispositivo.