Pensioni, il Governo dà il via libera a Quota 89: ecco chi potrà smettere di lavorare prima

Via libera del Governo Meloni a Quota 89, ormai è ufficiale. Vediamo chi sarà agevolato e potrà smettere di lavorare con qualche anno di anticipo.

Il Governo di Giorgia Meloni, tra mille dubbi e titubanze sul da farsi in materia di pensioni, ha dato ufficialmente il via libera a Quota 89, una misura che consentirà a molti lavoratori di smettere un po’ prima di timbrare il cartellino. La cattiva notizia è che, però, questa possibilità si rivolgerà solo ad alcuni e non a tutti come invece ci si sarebbe augurati.

Giorgia Meloni
Pensioni, il Governo dà il via libera a Quota 89: ecco chi potrà smettere di lavorare prima -(foto Ansa)- ot11ot2.it

La cancellazione definitiva della Legge Fornero è ancora lontana ma Quota 89, per ora, rappresenta un primo passo di fondamentale rilevanza nell’ottica di guardare oltre e superare l’ostacolo dei 67 anni. Di più, per il momento, non si può fare a causa della mancanza di adeguate risorse economiche nelle casse dell’Inps.

Inoltre l’allungamento della vita media – fattore assolutamente positivo – associato ad un crollo delle nascite e ad una sempre massiccia emigrazione dei giovani, rischia di compromettere la stabilità del sistema di previdenza sociale. Dunque per il momento non possiamo che accogliere positivamente Quota 89: una speranza in più per chi desidera accedere prima alla pensione. Nel prossimo paragrafo vediamo come funziona e a chi si rivolge.

Quota 89: come funziona e a chi si rivolge

Il Governo ha dato il via libera a Quota 89, una misura che permetterà a molti – ma non a tutti – di accedere alla pensione di vecchiaia con un po’ di anticipo. Vediamo quali requisiti occorre soddisfare per fruire di questa nuova opportunità.

Quota 89, come tutte le pensioni a Quota del resto, prende il nome dalla somma dei due requisiti da soddisfare per andare in pensione: il requisito anagrafico e quello contributivo. Dunque 89 è il risultato della somma 64 anni di età e 25 anni di contributi. Chi ne beneficerà, pertanto, smetterà di timbrare il cartellino con 3 anni di anticipo rispetto alla tabella di marcia stabilita dalla legge Fornero.

Coppia di anziani sorridenti
Quota 89: come funziona e a chi si rivolge – ot11ot2.it

Ma cosa occorre fare per andare in pensione a soli 64 invece di aspettare i 67? Per prima cosa occorre appartenere ad una determinata categoria: quella dei lavoratori contributivi puri. Con questo termine si indicano quei lavoratori che non hanno nemmeno un contributo antecedente all’anno 1996, anno in cui entrò in vigore la riforma Dini e le pensioni iniziarono ad essere calcolate con il sistema contributivo.

Ad oggi, chi non ha nemmeno un contributo versato prima del 1996, può andare in pensione a 64 anche con solo 20 anni di contributi purché il suo assegno previdenziale raggiunga certe soglie minime che sono pari a:

  • 3 volte l’importo dell’assegno sociale per gli uomini e le donne senza figli;
  • 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale per le donne con un figlio;
  • 2,6 volte l’importo dell’assegno sociale per le donne con almeno 2 figli.

Considerando che, nel 2025, l’assegno sociale corrisponde a 538,69 euro al mese, si tratta di cifre considerevoli. Da quest’anno, per raggiungere più facilmente queste cifre, il Governo ha introdotto la possibilità di avvalersi anche della pensione complementare ma, in tal caso, il requisito contributivo salirà da 20 a 25 anni: da qui Quota 89. Questa misura nei prossimi anni potrebbe rappresentare la “via di fuga” più efficace alla legge Fornero.

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