Le regole vigenti per accedere alle pensioni spaventano molti lavoratori: la Cassazione interviene con due pronunce.
I numerosi vincoli legali e burocratici che limitano l’accesso alla pensione pongono i lavoratori in una posizione scomoda. C’è chi, annichilito dalla confusione o da regole poco elastiche, si ritrova letteralmente bloccato. Ma l’accesso alla pensione e ad aiuti economici particolari ora può essere agevolato grazie a due recenti sentenze della Cassazione.

Parliamo della sentenza n. 24916 del 2024, che si pronuncia sulla pensione anticipata ordinaria, e della sentenza n. 24950 del 2024, che invece si concentra sull’APE Sociale per i disoccupati. La prima sentenza riguarda specificatamente coloro che puntano ad andare in pensione prima dell’età standard stabilita per legge.
Nel 2025 è possibile accedere anticipatamente alla pensione attraverso diversi canali di uscita. C’è per esempio la pensione anticipata ordinaria, che permette di andare in pensione indipendentemente dall’età, purché si abbiano quarantadue anni e dieci mesi di contributi (per gli uomini) o quarantuno anni e dieci mesi (per le donne).
Con Quota 103, invece, si può lasciare il lavoro con sessantadue anni di età e quarantuno anni di contributi. L‘APE Sociale può essere richiesta da chi ha sessantatré anni e almeno trent’anni di contributi (o trentasei per lavori usuranti). Si tratta di un’agevolazione destinata solamente a disoccupati, caregiver, invalidi e lavoratori in mansioni gravose. E poi c’è Opzione Donna, riservata a donne (caregiver, invalide al 74% o dipendenti di aziende in crisi) con sessantuno anni di età e trentacinque anni di contributi,
Pensioni anticipate più accessibili: le pronunce della Cassazione
Secondo le regole in vigore, per accedere alla pensione anticipata, si può anche avere almeno meno di quarantuno anni di contributi. Ne bastano trentacinque anni, nel caso in cui si parli di contributi effettivi. Cioè realmente versati ed escludendo tutti i contributi figurativi, come per esempio quelli derivanti da malattia, disoccupazione o servizio militare. Tali vincoli hanno tuttavia reso assai complicato per la stragrande maggioranza degli interessati poter accedere al canale di uscita anticipato.

La Cassazione ha tuttavia stabilito che, per quanto concerne le pensioni anticipate previste dall’attuale sistema previdenziale, si possono considerare anche i contributi figurativi. In questo modo si è reso più facile il pensionamento per chi ha raggiunto l’anzianità contributiva totale richiesta.
Anche l’APE Sociale rientra fra i canali di uscita privilegiati. Funziona come aiuto economico che permette ai lavoratori in difficoltà di ricevere un sostegno prima della pensione. Prima della pronuncia della Cassazione, i disoccupati, prima di richiedere l’APE Sociale, dovevano aver esaurito tutti i mesi di indennità di disoccupazione, cioè della NASpI o della DIS-COLL. La Cassazione, invece, ha eliminato questo vincolo. Così facendo ha in pratica permesso ai disoccupati di chiedere l’APE Sociale anche se non hanno utilizzato completamente l’indennità di disoccupazione.