Modello 730, vai a debito se hai due Certificazioni Uniche: come evitarlo

Dal modello 730 potrebbe uscire fuori un importo a debito qualora si presentassero due Certificazioni Uniche. Capiamo perché.

Si parla sempre di rimborso 730 ma c’è un altra possibilità da conoscere e a cui prestare attenzione. Possono essere conteggiate somme a debito che costringerebbero il contribuente a pagare invece che ricevere denaro.

Ragazzo preoccupato al pc
Modello 730, vai a debito se hai due Certificazioni Uniche: come evitarlo (Ot11ot2.it)

Compilando il modello 730 potrebbe emergere un credito da rimborsare che si otterrà direttamente dal datore di lavoro o dall’ente pensionistico oppure un debito. In questo secondo caso il datore di lavoro o l’ente pensionistico effettueranno una trattenuta dallo stipendio o dal cedolino della pensione. Se la somma è alta si potranno rateizzare queste trattenute per più mesi fino a quando il debito non verrà saldato.

Qualora si presentasse il modello 730 senza sostituto d’imposta il credito verrebbe erogato dall’Agenzia delle Entrate direttamente sul conto corrente mentre l’eventuale debito il contribuente si dovrà corrispondere tramite pagamento online oppure modello F24 scaricabile dal portale dell’AdE. Perché potrebbe emergere un debito? Nella maggior parte dei casi succede quando si hanno due Certificazioni Uniche, fatto che capita al lavoratore che ha cambiato occupazione durante il corso dell’anno.

Cosa accade quando si hanno due Certificazioni Uniche

Cambiando lavoro durante l’anno si riceveranno due CU da parte di entrambi i datori di lavoro. Stesso discorso per chi ha lavorato per più di un sostituto d’imposta, chi è rimasto disoccupato e ha percepito la NASPI. Quasi certamente il modello 730 rileverà un debito, perché? Con la Certificazione Unica il datore di lavoro che agisce come sostituto d’imposta effettua di solito a dicembre un conguaglio IRPEF sulle somme che il dipendente ha percepito.

Certificazioni Uniche
Cosa accade quando si hanno due Certificazioni Uniche (Ot11ot2.it)

Nel momento in cui si è titolari di due redditi erogati da due differenti datori di lavoro non conguagliati scatterà in sede di dichiarazione dei redditi il calcolo dell’importo esatto delle tasse da corrisponde e molto spesso bisognerà corrispondere una cifra più alta. Succede perché i redditi percepiti verranno sommati, l’importo IRPEF verrà ricalcolato e si potrebbe anche perdere il trattamento integrativo (ex Bonus Renzi) e diverse detrazioni fiscali che vengono riconosciute in busta paga.

Unire i redditi comporta una tassazione congiunta e non separata e, di conseguenza, l’IRPEF potrebbe aumentare e generare il debito. Facciamo un esempio per maggiore chiarezza. Un dipendente ha lavorato nel 2024 sei mesi per un datore di lavoro e sei mesi per un altro. Ipotizziamo importi dei redditi di 25 mila euro per una Certificazione Unica e 7 mila euro nella seconda.

Il primo datore applicherà l’aliquota del 23% mentre il secondo non tratterrà imposte cadendo l’importo nella no tax area. Sommando il reddito non conguagliato dall’ultimo datore di lavoro con quello conguagliato si avrà una base imponibile di 32.500 euro. Di conseguenza non solo verranno tassate le somme prima esentate ma l’aliquota applicata non sarà più del 23% perché si esce fuori dalla prima fascia. Sarà del 35% da 28 mila a 32.500 euro. Ecco che si arriverebbe ad un debito nel modello 730. La speranza è che le detrazioni abbattano l’IRPEF fino a far sparire questo debito.

Gestione cookie