In fase di divorzio c’è una mossa che la Legge permette volendo “incastrare” il partner e dimostrare le proprie ragioni.
“Da sconosciuti a innamorati, da innamorati a sconosciuti” canta Alfa ma a volte dopo l’amore si diventa nemici. Inizia una lunga battaglia con il sostegno degli avvocati per chiudere il rapporto da vincitori. Su quanto sia giusto prendere questa strada ci sono parecchi dubbi ma a volte il contesto porta a voler vendetta o comunque essere ripagati per ciò che si è subito.

Vivere una separazione o un divorzio non è mai semplice. Si ammette la fine di un rapporto su cui si erano riposte delle speranze e si deve guardare al futuro in modo del tutto nuovo. Se, poi, la crisi è legata ad un’infedeltà o ad una grave mancanza di rispetto allora la conclusione della storia sarà ancora più dolorosa e difficile da gestire.
Da una parte si può aver voglia di lasciarsi tutto alle spalle e non vedere mai più l’ormai ex partner ma dall’altra parte si potrebbe voler avere l’ultima parola pretendendo tutto ciò che a proprio parere spetta di diritto. Può accadere che per tutelarsi o per non uscire dal rapporto senza alcuna soddisfazione si vogliano lanciare accuse dirette portando prove contro il coniuge/compagno.
Prove contro l’ex partner, vale la registrazione delle conversazioni?
Portare a sostegno della propria richiesta delle prove che includono registrazioni di conversazioni è legale? Se a quella conversazione si partecipa personalmente sì, indipendentemente dal consenso dell’interlocutore. Questo è quanto afferma la normativa italiana e vale anche per i coniugi.

Se uno dei partecipanti registra una conversazione non è intercettazione illecita perché è già legittimo depositario delle informazioni raccolte durante il dialogo e perché non si viola alcuna Legge sulla privacy essendo parte attiva nello scambio di battute (sentenza numero 11044 del 2023 della Corte di Cassazione).
Se, invece, la registrazione è ambientale ossia si lascia un dispositivo che registra in uno spazio al fine di raccogliere conversazioni alle quali non si è presenti la situazione cambia. Può essere considerata lecita la conversazione raccolta in stanze della casa condivisa dai partner essendo l’ambiente di uso comune.
Si commette reato di interferenze illecite nella vita privata, invece, se la registrazione dovesse avvenire in zone di esclusiva pertinenza del partner. Pur essendo lecita, poi, la conversazione è sottoposta ad alcune limitazioni. Il divieto di diffusione, l’uso esclusivo in sede processuale e la proporzionalità ossia il contenuto dovrà riguardare la causa in corso. Se non si dovesse agire nella legalità si rischia la reclusione da sei mesi a quattro anni.