Bonus donazioni di sangue: io ci guadagno una bella cifra e faccio anche del bene

Donare il sangue permette di avere anche un bonus: si guadagna facendo del bene, ecco per quale motivo.

Sempre più ospedali hanno purtroppo delle carenze ed ecco quindi che donare il sangue diventa un atto sempre più importante e necessario. Aiutare gli altri porta sempre tanta gioia, oltre a ricordarci di essere tutti umani: anche donare il sangue rientra nella serie di gesti che si fanno per la comunità, soprattutto perché la riserva di sangue delle varie strutture sanitarie viene utilizzata per effettuare interventi di primo soccorso, interventi chirurgici e curare malattie.

donazione del sangue
Bonus donazioni di sangue: io ci guadagno una bella cifra e faccio anche del bene – ot11ot2.it

Chiunque venga ritenuto idoneo a donare il sangue, quindi, dovrebbe farlo: un gesto veramente facilissimo che ci permette di salvare delle vite, o comunque migliorare le condizioni di altre persone. Inoltre, non ci si dovrebbe nemmeno preoccupare del lavoro.

Questo perché tutti i lavoratori che donano il sangue hanno diritto ad un rimborso direttamente in busta paga, che fa sì che chiunque compia un bel gesto come questo non debba stare a pensare di essere penalizzato rispetto agli altri.

Lavoro e donazione di sangue, cosa succede in busta paga

Come sottolineato dalla nuova circolare INPS n. 96/2025, dedicata alle retribuzioni corrisposte ai lavoratori donatori di sangue, ci sono delle regole specifiche per gestire la retribuzione economica che spetta al lavoratore che decide di donare il sangue: recandosi in ospedale, si viene comunque retribuiti.

cuore in due mani
Lavoro e donazione di sangue, cosa succede in busta paga – ot11ot2.it

Nel caso in cui il lavoratore in questione effetti la donazione completa, ha diritto alla normale retribuzione giornaliera, che tiene conto di tutte le voci fisse e continuative stabilite dal contratto di lavoro, eccezion fatta per quelle occasionali. Se il lavoratore è retribuito con paga mensile, dunque, l’importo giornaliero si ottiene dividendo la retribuzione teorica mensile per 26.

Per chi invece decidesse di recarsi a donare, ma una volta effettuati i controlli medici venisse ritenuto non idoneo a donare il sangue, la retribuzione viene effettuata solamente in base alle ore impiegate per gli accertamenti medici e per il tragitto per arrivare da casa alla struttura ospedaliera, compresa del ritorno.

Al lavoratore viene comunque pagato l’impegno direttamente dai datori di lavoro, che possono poi richiedere un rimborso per ciascun dipendente attraverso il conguaglio contributivo o una richiesta diretta. Il conguaglio va fatto entro un mese dall’evento della donazione del sangue, con i datori di lavoro che devono indicare le giornate di lavoro in cui il donatore è stato assente (o, in caso di mancata idoneità, le ore) segnalandole con gli appositi codici “DON” (primo caso) “IDS” (secondo caso).

Gestione cookie