Assegno unico per i figli: la Cassazione impone regole rigide sull’uso del denaro per evitare il reato di appropriazione indebita
L’assegno unico per i figli è una misura di sostegno economico destinata alle famiglie italiane, ma il suo utilizzo non può essere lasciato al caso. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 24140 del 2023, ha stabilito regole e limiti precisi per l’impiego di questa somma, chiarendo che deve essere destinata esclusivamente agli interessi e al benessere dei figli.

Se utilizzato in modo improprio, si rischia di incorrere nel reato di appropriazione indebita, con conseguenze legali che possono includere sanzioni pecuniarie e persino la reclusione. L’assegno unico per i figli viene riconosciuto in base al valore ISEE del nucleo familiare e alla composizione della famiglia. Nel 2025, con un tasso di rivalutazione dello 0,8% per adeguarlo al costo della vita, l’importo massimo arriva a 200,99 euro per ogni figlio minorenne nelle famiglie con ISEE fino a 17.090,61 euro, mentre scende a 57,45 euro per le famiglie con ISEE superiore a 45.574,96 euro.
A questi importi base si aggiungono eventuali maggiorazioni per situazioni particolari, come figli a carico sotto l’anno di età, madri con meno di 21 anni, famiglie numerose o con figli disabili. Secondo la Cassazione, l’assegno unico per i figli non può essere utilizzato per spese generiche della famiglia, ma esclusivamente per migliorare il tenore di vita dei figli.
Quali spese copre l’assegno unico?
In particolare, nei casi di genitori separati o divorziati, se il genitore che percepisce l’assegno lo utilizza per sé stesso invece che per i figli, si configura il reato di appropriazione indebita. Questo significa che il denaro deve essere destinato a coprire spese scolastiche, abbigliamento, cure mediche o qualsiasi altra necessità legata ai figli. Il mancato rispetto di queste regole può portare a conseguenze gravi.

La legge prevede pene severe per chi si appropria indebitamente dell’assegno unico per i figli, con sanzioni che vanno da multe di mille a 3mila euro fino alla reclusione da due a cinque anni. Questo rappresenta un segnale chiaro da parte della giustizia: il denaro erogato dallo Stato deve essere usato per garantire il benessere dei minori e non per coprire altre spese personali.
L’assegno unico per i figli è uno strumento importante per il sostegno alle famiglie, ma richiede un utilizzo responsabile. È fondamentale che i genitori siano consapevoli delle regole stabilite dalla Cassazione e destinino questi fondi esclusivamente ai bisogni dei figli. Le nuove disposizioni mirano a garantire che il contributo statale venga impiegato correttamente, evitando abusi e tutelando i diritti dei minori. Conoscere queste normative aiuta a prevenire problemi legali e a sfruttare nel modo giusto un aiuto economico pensato per il futuro dei bambini.