I prodotti lievitati, per quanto buoni, possono generare gas e gonfiore alla pancia: per fortuna esiste un modo per simulare il lievito.
Succede a molte persone: si mangia una torta e, dopo qualche ora, la pancia inizia a gonfiarsi, producendo quel fastidiosissimo gas che ci spinge in bagno. Questo succede con la pizza, con i dolci e con tutto ciò che contiene lievito. E no, non si tratta di una vera e propria intolleranza (come può essere quella al lattosio), ma piuttosto di una difficoltà dell’organismo a gestire la fermentazione che il lievito scatena nell’intestino.

Questo può avvenire a causa della fermentazione intestinale, di diete ricche di carboidrati raffinati, di una flora batterica squilibrata o di altri fattori. Insomma, una grana a tutti gli effetti. Ma dove c’è un problema, c’è anche una soluzione.
Il colpevole è dunque il lievito? E allora non lievitiamo. Certo, con i prodotti pronti è complesso e se non c’è una reazione chimica difficilmente qualcosa si gonfia. Questo è ovvio, ma quello che in pochi sanno è che non c’è bisogno necessariamente del lievito per far gonfiare un impasto.
Lievito fai da te: la soluzione che fa gonfiare l’impasto (senza far gonfiare noi)
Se il lievito ci fa gonfiare, tanto vale ingannare il sistema. E il trucco è tutto in una reazione semplice, vecchia come il mondo: bicarbonato e limone. Quando i due si incontrano, producono anidride carbonica. In pratica, fanno quello che farebbe un lievito: creano bolle che fanno gonfiare l’impasto. La differenza? Niente fermentazione intestinale, niente pancia come un pallone.

Funziona soprattutto con dolci, pancake, muffin, piadine e torte leggere. Le dosi ideali? Un cucchiaino raso di bicarbonato (circa 5 grammi) ogni 250 grammi di farina, attivato con un cucchiaio di succo di limone oppure di aceto di mele. Si aggiunge subito prima di infornare, perché la reazione è istantanea: se si aspetta troppo, le bolle spariscono e l’impasto resta piatto.
Attenzione però, non è la soluzione per tutto. Pane e pizza, ad esempio, non si possono improvvisare con il bicarbonato e il limone. L’impasto ha bisogno di tempo per sviluppare struttura, glutine, aroma. A meno che non si voglia fare il cosiddetto soda bread, un pane veloce tipico irlandese, che resta comunque un prodotto rustico e compatto.
Per chi ama la pizza o il pane con la crosta fragrante e l’interno arioso, le strade sono due: la pasta madre, che fermenta lentamente ma senza dare fastidi alla pancia, oppure una lievitazione lunghissima con pochissimo lievito di birra (anche solo 1 grammo per mezzo chilo di farina), lasciando maturare l’impasto fino a 48 ore. Meno fretta, più leggerezza. E pancia salva.