Quando un gesto nobile e doveroso come donare il sangue diventa anche un vantaggio in busta paga: c’è questo rimborso.
Donare il sangue è un atto nobile, generoso e soprattutto necessario. Purtroppo, sempre più ospedali italiani si trovano in emergenza, una situazione che complica di molti la possibilità delle varie strutture sanitarie di effettuare interventi di primo soccorso, interventi chirurgici e curare malattie.

Sebbene sia fondamentale e importante per tantissime vite, donare il sangue è facilissimo, ed è un gesto che richiede davvero poco tempo e uno sforzo minimo; ovviamente, bisogna essere in piena salute e rispettare i parametri necessari per donare, ma con pochi minuti l’estrazione di sangue è fatta e la nostra azione può contribuire a migliorare, o addirittura salvare, la vita di molte persone.
Detto appunto dell’importanza della donazione di sangue, è stato indetto un particolare rimborso per i lavoratori direttamente in busta paga, in modo tale da salvaguardare l’importanza di quest’azione e anche i diritti del lavoratore stesso: ecco di cosa si tratta e come funziona.
Il rimborso per i lavoratori che vanno a donare il sangue
Come ricorda anche il sito investireoggi.it, chiunque perda una giornata di lavoro per recarsi a donare il sangue ha comunque il diritto di essere retribuito, come qualsiasi altra normale giornata di lavoro. Questo rimborso INPS per donatori di sangue è, di fatto, una garanzia per i lavoratori e una tutela per i datori di lavoro; basta quindi essere idonei alla donazione e andare a donare (solitamente, la cadenza è un giorno ogni tre mesi), certificando quanto fatto, per avere la retribuzione.

Il principio è tutelato da una legge presente già dal 1967; lo Stato interviene per rimborsare ai datori di lavoro la somma versata in anticipo al lavoratore, ovvero il pagamento della consueta giornata di lavoro che in realtà non si è svolta per la donazione del sangue. Lo scorso maggio, l’INPS (circolare n. 96 del 26 maggio 2025) ha diffuso le istruzioni operative e contabili per i datori di lavoro privati, così da chiarire come viene svolta l’operazione di conguaglio per il pagamento dei lavoratori assenti a seguito di donazione del sangue.
Nel caso di donazione completa, il lavoratore ha diritto alla normale retribuzione, col calcolo di tutte le voci fisse e ad esclusione di quelle occasionali. Nel caso in cui, invece, una persona si fosse recata donare, ma è risultato non idoneo, la retribuzione riguarda le ore effettivamente impiegate per svolgere gli accertamenti sanitari del caso, contando anche il tragitto per arrivare e per ritornare dal centro trasfusionale.