Stai attento a come trascorri le pause che fai durante l’orario di lavoro. Basta fare questo errore una volta per farsi licenziare.
Per chi lavora in ufficio e trascorre ore alla scrivania o al PC il momento della pausa di metà mattina è un sollievo. Un momento per tirare il fiato e staccare la mente del lavoro, oltre che per concedersi uno snack o un caffè. Tuttavia visto che di solito è breve per non sprecare tempo la si trascorre restando all’interno dell’ufficio o dell’azienda, dove ci sono delle regole ben precise.

Questo significa che anche se costituisce una pausa non è possibile comportarsi come se si fosse a casa propria. Si è tenuti a mantenere un comportamento consono e appropriato rispetto all’ambiente professionale per tutta la sua durata. Avere atteggiamenti irrispettosi o che violano il regolamento d’ufficio durante la pausa è grave quanto esattamente come quando si lavora.
Alla luce di tutto ciò, per quanto si tratti di casi rari, è comunque possibile venire licenziati per aver fatto qualcosa in questo lasso di tempo. Alcune aziende sono particolarmente rigide su alcuni divieti, e basta un’effrazione per ritrovarsi a doverne rispondere in modo pesante. Di recente è successo a un dipendente di Milano, colto in fragrante a infrangere un divieto in pausa.
Cosa può farti licenziare durante la pausa lavorativa
Il caso accennato riguarda la sentenza della Cassazione n. 7826 del 24 marzo 2024. Tutto era partito dopo che a un lavoratore era stato inflitto il licenziamento per aver fumato una sigaretta in una zona dove risultava vietato. Fin qui non ci sarebbe nulla di strano, considerato che per di più l’articolo 2087 del Codice Civile vieta di fumare all’interno degli uffici.

L’ex dipendente tuttavia aveva contestato la correttezza del provvedimento preso in quanto nell’azienda sussisteva un regime di tolleranza. In pratica c’erano diversi dipendenti che pur consci del divieto avevano l’abitudine di recarsi in quella zona a fumare ogni giorno. E dato che la direzione era elastica a riguardo nessuno temeva di subire conseguenze per una sigaretta.
Alla luce di questa precisazione sembrava ingiusto aver licenziato un solo dipendente, che si sentiva come il capro espiatorio di una situazione ambigua. Purtroppo se in appello sembrava che l’azienda dovesse risarcire l’ex dipendente, la Corte di Cassazione aveva ribadito la sentenza di primo grado.
Per tirare le somme, questa stabiliva la consuetudine non costituisce un’attenuante per nessuno se esiste un divieto preciso. Anche se si vedono i colleghi fumare senza remore meglio conviene perciò tenere presente che adeguarsi a un comportamento scorretto non ha scuse.