Altro che dieta: lo studio americano che accusa i dolcificanti di far ingrassare

Uno studio americano pronto a smontare ogni certezza: il dolcificante scatena una reazione che porta ad ingrassare.

C’è chi lo mette nel caffè senza pensarci due volte, convinto di stare facendo la scelta più sana. C’è chi lo usa al posto dello zucchero ‘per stare leggeri’, chi lo preferisce per motivi medici e chi semplicemente lo trova più salutare. Ma il dolcificante – che sia in pastiglie, in bustine o quello dentro le bibite gassate – continua a dividere: fa bene o fa male? Davvero aiuta a dimagrire? E soprattutto, lo stiamo usando nel modo giusto?

Zucchero in zolletta, dolcificante in polvere e pastiglia
Altro che dieta: lo studio americano che accusa i dolcificanti di far ingrassare – ot11ot2.it

Negli ultimi mesi se n’è tornato a parlare parecchio, complice una serie di studi e avvertimenti che hanno rimesso in discussione certezze ormai radicate. E se da una parte è vero che il dolcificante ha zero calorie, è anche vero che non tutto è trasparente come sembra.

E allora, vale davvero la pena sostituire lo zucchero? Oppure stiamo barattando una falsa sicurezza con qualcosa che potrebbe, a lungo andare, danneggiarci? L’ultimo studio mette alla luce una reazione del nostre organismo dopo la sua assunzione. Il risultato? Potremmo addirittura ingrassare a causa del dolcificante.

Il dolce inganno del ‘zero zucchero’: così il cervello ci chiede ancora più cibo

Secondo l’ultimo studio pubblicato su Nature Metabolism, uno dei dolcificanti più diffusi – il sucralosio – farebbe esattamente il contrario di ciò che promette: invece di placare la fame, la alimenta. Letteralmente. I ricercatori hanno osservato come, dopo aver ingerito una bevanda dolcificata con sucralosio, il nostro cervello attivi aree collegate all’appetito in modo molto più marcato rispetto a quando si consuma zucchero o acqua.

Persona che mette il dolcificante nel caffè
Il dolce inganno del ‘zero zucchero’: così il cervello ci chiede ancora più cibo – ot11ot2.it

La zona coinvolta è l’ipotalamo, quella che – tra le tante funzioni – regola proprio il senso di fame e sazietà. E se si accende più del normale si ha ancora fame. Quindi sì, paradossalmente il dolcificante potrebbe spingerci a mangiare di più, magari senza nemmeno rendercene conto.

Ma non è tutto. Il sucralosio, a differenza dello zucchero, non stimola la produzione degli ormoni che dovrebbero dire metaforicamente al nostro corpo: “Ok, sei sazio, puoi fermarti”. Nessun rilascio di insulina, nessun GLP-1, nessun freno. Solo un dolce sapore che confonde il cervello e lo lascia in attesa di altro cibo.

E così, quella bustina nel caffè mattutino o quella Coca Cola light alla sera rischia di aprire la strada a uno spuntino in più, una cena più abbondante, una fame che sembra ingiustificata ma ha un’origine ben precisa. Dunque non si tratta di una questione strettamente legata alle calorie al suo interno – non ci sono dubbi che sia ipocalorico. È una questione di inganno biologico. E ora che lo studio lo ha reso evidente, forse vale la pena fermarsi a riflettere su cosa stiamo davvero assumendo quando scegliamo il dolce, senza zucchero.

Gestione cookie