Pensioni, l’Inps ha finito i soldi: milioni di anziani costretti a tornare a lavorare

Non ci sono soldi, niente pensioni. L’incubo degli italiani si sta per avverare, l’INPS si trova davanti ad un enorme ostacolo.

L’INPS e i lavoratori non sono nemici, si trovano entrambi dalla stessa parte. Se mancano le risorse c’è poco da fare per l’ente e per gli italiani. L’Istituto non può intervenire e cambiare il sistema di calcolo, i lavoratori possono continuare a lavorare fino a quando potranno avere un assegno soddisfacente.

Uomo con mani sul volto
Pensioni, l’Inps ha finito i soldi: milioni di anziani costretti a tornare a lavorare (Ot11ot2.it)

Questa pensione fa sudare gli italiani non solo perché dovranno lavorare per anni e anni per meritarsela ma anche perché potrebbe non arrivare quando previsto. Prima di fare domanda di pensionamento bisognerà riflettere molto bene su quanto possa essere conveniente. Succede già oggi ma a breve accadrà sempre più frequentemente. Quando si effettuerà un calcolo per capire quale sarà l’importo dell’assegno prevediamo svenimenti.

Il sistema di calcolo contributivo comporta un taglio a volte drammatico sulla pensione, una differenza tra stipendio e assegno pensionistico di svariate centinaia di euro. Considerando le retribuzioni medie si capisce come saranno milioni e milioni i lavoratori che si ritroveranno con una pensione da fame. Questo significa che tanti cittadini diranno “no” alla pensione e continueranno a lavorare il più possibile. In fondo è ciò che vuole lo Stato.

In pensione sempre più tardi per scelta dei lavoratori

Il paradosso è che oggi si lotta tanto per uno scivolo di pensionamento anticipato e per misure strutturali che non ritardino eccessivamente l’uscita dal mondo del lavoro ma probabilmente quando si arriverà al calcolo dell’assegno tanti cittadini faranno retromarcia decidendo di continuare a lavorare.

Cartello pensione e divieto
In pensione sempre più tardi per scelta dei lavoratori (Ot11ot2.it)

Tutta colpa delle basse retribuzioni ma soprattutto del sistema di calcolo contributivo, decisamente svantaggioso rispetto il calcolo retributivo. Più persone rimarranno a lavoro minore sarà il ricambio generazionale di cui tanti settori, invece, avrebbero bisogno. Non solo, i giovani troveranno difficoltà a trovare un impiego. Di conseguenza entrando tardi nel mondo del lavoro accumuleranno pochi contributi, la pensione sarà bassa e spesso inaccessibile ed ecco che anch’essi continueranno a lavorare il più possibile.

Un cane che si morde la coda, quindi, e che non lascia pensare ad alcun futuro roseo per l’Italia. Sarebbero necessari dei correttivi ma non si potrebbero mai applicare considerando le risorse a disposizione dello stato e il costo annuale per i trattamenti di natura previdenziale ossia circa 253,90 miliardi di euro. Questa cifra grava come un macigno sul bilancio dello Stato. L’INPS non potrà mai ottenere altri soldi per modificare il calcolo contributivo, di conseguenza le pessime previsioni difficilmente miglioreranno.

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