Tutti i dettagli per richiedere la pensione nel 2025 anche se non si hanno dei contributi accumulati: ecco i possibili beneficiari, controlla se ci rientri anche tu.
Il tema pensioni continua ad essere uno dei più caldi a livello sia economico che politico, oltre ad interessare e coinvolgere milioni di cittadini in tutta Italia; se, per qualcuno, la pensione è un pensiero già molto attualissimo, ci sono tanti giovani che, del tema, parlano con parecchia preoccupazione verso il loro futuro.

In attesa di capire se, dall’anno prossimo, l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni presenterà ulteriori novità in merito, sono al momento in vigore una serie di norme che regolarizzano il passaggio al periodo pensionistico di molti lavoratori, e che abbracciano (di caso in caso, con norme specifiche) diverse categorie di cittadini.
Una buona notizia per molti è che, in questo 2025, è possibile richiedere la pensione anche se non si hanno dei contributi versati: ecco quali sono i requisiti per fare la domanda e, di conseguenza, quali categorie possono rientrarci.
Chi non ha versato i contributi può andare in pensione grazie all’assegno sociale
Per chi non ha mai lavorato, e dunque non ha dei contributi versati, può andare in pensione grazie all’assegno sociale, una forma erogata direttamente dall’INPS e che viene riservata a chi si trova in questa particolare situazione, oltre ad avere una condizione economica svantaggiata.

Nello specifico, per richiedere l’assegno sociale in questo 2025, bisogna avere almeno 67 anni, essere residenti nel nostro paese da almeno dieci anni in maniera continuativa e avere un reddito annuo personale non superiore a € 6.947,33 se non coniugato, mentre la soglia si alza a € 13.894,66 se il richiedente in questione risulta coniugato. L’importo mensile dell’assegno è di € 534,41, anche se questa pensione non è reversibile.
In aggiunta, per le donne casalinghe, oltre all’opzione dell’assegno sociale esiste anche una seconda opzione, ovvero il fondo casalinghe INPS. In caso di iscrizione fino a 65 anni e al versamento di contributi volontari (€ 310 l’anno, circa 25,82 euro al mese) per un periodo di almeno cinque anni, le pensionate casalinghe possono beneficiare di un contributo aggiuntivo integrativo.
Nello specifico, la situazione per le donne casalinghe (per le quali non esiste una specifica regola) resta questa: possono andare in pensione a 67 anni per l’assegno sociale o la pensione di vecchiaia con contributi sufficienti, oppure a 71 anni per la pensione di vecchiaia contributiva, se si hanno almeno 5 anni di contributi versati nel sistema contributivo puro (dal 1996 in poi).