Tutti in allarme per il probabile aumento dell’età pensionabile a partire dal 2027. Ma c’è un modo per scamparla e riuscire ad andare in pensione addirittura prima dei 60 anni anche con pochi contributi.
Da settimane si parla di un probabile incremento dell’età pensionabile a partire dal 2027: in pratica dagli attuali 67 anni si passerebbe a 67 anni e 3 mesi. Certo tre mesi in più non sono moltissimi ma se guardiamo il fenomeno sul lungo termine allora diventa allarmante.

Infatti se, come previsto dalla Legge Fornero, ogni tot anni l’età per accedere alla pensione di vecchiaia verrà aumentata per adeguarla all’aspettativa di vita, allora arriveremo ad un punto in cui dovremo lavorare fino a 70 anni o addirittura oltre. Cosa possiamo fare per sfuggire a questa “trappola”?
Le misure per smettere di lavorare con qualche anno di anticipo di certo non mancano ma c’è un problema: tutte chiedono di aver maturato moltissimi anni di contributi, in alcuni casi persino più di 42. C’è un solo modo per riuscire a dire addio per sempre all’ufficio addirittura prima dei 60 anni anche con pochi contributi alle spalle.
Pensione prima dei 60 anni con 20 anni di contributi: ecco come fare
Il traguardo della pensione sembra allontanarsi progressivamente. Si parla da settimane di un nuovo scatto di tre mesi nel 2027 e molti stanno perdendo le speranze di riuscire a vedere il proprio assegno previdenziale. Ma c’è un modo per “aggirare” l’ostacolo: in alcuni casi è possibile riuscire ad andare in pensione anche prima di aver spento 60 candeline sulla torta e anche con pochi anni di contributi.

I dipendenti del settore privato possono sfruttare una misura che permette di smettere di lavorare con 11 anni di anticipo rispetto all’attuale età pensionabile: cioè a 56 anni. Non solo: ma bastano solo 20 anni di contributi. Questa strada è percorribile da coloro che hanno un’invalidità molto alta.
In questi casi la vigente normativa consente alle donne di accedere alla pensione a 56 anni e agli uomini a 61. Bastano 20 anni di contribuzione ma l’invalidità deve essere pari o superiore all’80% e deve trattarsi di invalidità specifica. Non basta la classica invalidità civile: deve essere un’invalidità che renda impossibile lo svolgimento della propria mansione come potrebbe essere, ad esempio, una forte artrosi alle mani per una sarta.
Diversamente, chi non può percorrere questa strada ma ha pochi contributi e non arriva nemmeno a quota 20, potrà scegliere due strade: o lavorare fino a 71 anni e a quel punto gli basteranno anche solo 5 anni di contribuzione per ricevere l’assegno Inps oppure ripiegare sull’assegno sociale. Quest’ultimo viene erogato a 67 anni e ammonta a 538,69 euro al mese ma per averne diritto occorre avere un reddito annuo non superiore a 7.002,84 euro se si vive soli o non superiore a 14.005,68 euro se si è coniugati.