NASPI, modificata questa regola per il 2025: “Non si potrà più fare adesso”

Il 2025 segna un importante cambiamento per i futuri percettori di NASPI: saranno in molti a non poterla ottenere.

La NASPI è da sempre un supporto importante per chi perde il lavoro involontariamente o per giusta causa. Un sistema che da anni tutela milioni di lavoratori, offrendo un contributo economico per una durata massima di due anni. Tuttavia, come ogni cosa, per accedervi vi sono dei requisiti.

Monete euro e logo INPS NASPI
NASPI, modificata questa regola per il 2025: “Non si potrà più fare adesso” – ot11ot2.it

La durata dipende dai mesi o anni di lavoro maturati, mentre l’accesso è consentito solo quando il dipendente viene licenziato dal datore di lavoro o dà le dimissioni per giusta causa (mobbing, spostamento di sede non accettato, ecc.). Poi c’è un’altra strada legale: quella della cessazione consensuale del rapporto di lavoro. Qui si trova il modo per ottenere il licenziamento senza che nessuna delle due parti (datore di lavoro e dipendente) ci vada a perdere realmente.

Insomma, la legge, per quanto restrittiva, dà vie di sbocco, poiché conosce la complessità del mondo del lavoro e le dinamiche che si possono generare. Eppure, l’INPS ha notato un’anomalia importante in questo sistema. Una falla rimossa dal 2025 che costerà la NASPI a moltissimi lavoratori.

Bloccato l’accesso alla NASPI per questi lavoratori

Quando si conclude un rapporto di lavoro, non sempre è tutto rose e fiori. Anzi, spesso le parti si salutano tra tensioni, accuse e perfino dispetti. Ed è proprio in questi scenari poco idilliaci che, negli anni, alcuni lavoratori hanno sfruttato una falla del sistema per ottenere la NASPI anche quando non ne avevano diritto.

Dipendente che firma il documento per richiedere la naspi
Bloccato l’accesso alla NASPI per questi lavoratori – ot11ot2.it

Il trucco era semplice quanto efficace: dimettersi volontariamente senza usare la procedura online obbligatoria, così da non risultare ufficialmente dimessi. A quel punto, bastava farsi assumere da un secondo datore di lavoro compiacente, anche solo per qualche giorno, e poi farsi licenziare durante il periodo di prova. Così, si rientrava perfettamente nei requisiti per ottenere la NASPI, sfruttando i contributi maturati nel precedente impiego.

Questa scorciatoia, però, ha i giorni contati. Dal 2025 entra in vigore una modifica prevista dal comma 171, che introduce una nuova lettera (c-bis) all’interno dell’articolo 3 del decreto legislativo n. 22/2015. In pratica, l’INPS potrà riconoscere questi casi ‘costruiti’ e negare l’indennità, anche se formalmente ci sarebbe un licenziamento. In parole povere, l’INPS blocca l’accesso alla NASPI a chi ha aggirato la procedura online delle dimissioni.

Che dire, a questo punto meglio puntare sulla via più trasparente: la cessazione consensuale del rapporto di lavoro. In questo modo, il lavoratore potrà ricevere comunque la NASpI e il datore non sarà costretto a pagare il contributo addizionale all’INPS per ogni licenziamento. Una soluzione pulita, che evita guai e lascia entrambi più leggeri.

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