NASPI, disoccupati nei guai: ora l’Inps rivuole i soldi indietro

Brutte notizie per milioni di persone che hanno ricevuto la Naspi: ora l’Inps chiede indietro i soldi. Vediamo il motivo e cosa occorre fare per non passare guai.

L’Inps dà ma l’Inps a volte toglie o, peggio ancora, chiede indietro ciò che aveva elargito. Talvolta tocca ai pensionati che si vedono costretti a restituire anche un anno intero di pensione, questa volta, invece, tocca a coloro che hanno ricevuto la Naspi, l’indennità di disoccupazione.

vetrata dell'ufficio dell'inps
NASPI, disoccupati nei guai: ora l’Inps rivuole i soldi indietro -(foto Ansa)- ot11ot2.it

La Naspi, come tutti ben sappiamo, è un’indennità che spetta ai lavoratori dipendenti che hanno perso il posto non per loro volontà. Non vale, dunque, in caso di dimissioni volontarie o di licenziamento per motivi gravi. Si tratta di un aiuto per consentire di tirare avanti alle persone che si sono ritrovate disoccupate all’improvviso. Situazione purtroppo sempre più frequente, soprattutto dalla pandemia di Covid in avanti.

Fin qui nulla di nuovo. Ma ora, con un colpo di coda inaspettato, tanti beneficiari dell’indennità stanno ricevendo lettere da parte dell’Inps che chiede di restituire, per intero o in parte, i soldi ricevuti tramite la Naspi. Naturalmente, oltre allo stupore, c’è il problema che la maggior parte delle persone non sa nemmeno dove andare a prendere tutto quel denaro. Ma cosa sta succedendo? Come mai tale richiesta?

Naspi: ecco in quali casi l’Inps può chiederla indietro

L’Inps sta mettendo in ginocchio decine e decine di ex percettori della Naspi, l’indennità di disoccupazione che spetta ai dipendenti che hanno perso il lavoro non per propria volontà. L’Istituto di Previdenza Sociale sta chiedendo indietro i soldi. Vediamo le ragioni di questa anomalia.

uomo disperato con le mani in faccia
Naspi: ecco in quali casi l’Inps può chiederla indietro/ot11ot2.it

La Naspi può essere erogata fino ad un massimo di 24 mesi anche se l’importo non è sempre lo stesso: a partire dal sesto mese decresce del 3% ogni mese. Quello che molti non sanno è che questo aiuto può essere erogato o mensilmente o anche in un’unica soluzione in forma anticipata.

Infatti spesso alcuni ex dipendenti chiedono di riceverla tutta in anticipo in modo da avere il denaro necessario per rimettersi in carreggiata e avviare una loro attività autonoma. Ma se, anziché avviare una propria impresa, firmano un nuovo contratto come dipendenti prima dei 24 mesi, allora sono tenuti a restituire per intero la somma ricevuta.

Ma non è tutto perché una nuova sentenza della Cassazione ha stabilito che, anche in caso di attività autonoma, se il lavoratore ha svolto per un certo periodo il lavoro da dipendente, è tenuto a restituire una parte della Naspi ricevuta in forma anticipata. Nello specifico l’importo da restituire varierà a seconda della durata del lavoro con contratto subordinato. In conclusione l’Inps può richiedere indietro la Naspi erogata in un’unica soluzione se, prima del termine dei 24 mesi, il soggetto lavora anche per poco tempo come dipendente.

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