Novità per chi percepisce la NASPI in questo 2025, la modifica annunciata dall’INPS: i disoccupati lo devono sapere, ecco tutti i dettagli.
Sono molti i disoccupati italiani che, mensilmente, percepiscono la NASPI: questo contributo, come sappiamo, viene erogato a chiunque sia rimasto senza lavoro e possegga i requisiti per farne domanda. Il pagamento mensile, se la domanda viene presentata, comincia a partire dall’ottavo giorno successivo alla data di cessazione del contratto lavorativo.

Cambiano le cose per la NASPI, e ora chi è intenzionato a richiederla deve fare attenzione a possedere anche questo requisito aggiuntivo. Questa misura, come sappiamo, è un’indennità mensile di disoccupazione che viene erogata a chi, perdendo il lavoro, ne fa richiesta.Un aiuto importante per chi, improvvisamente, rimane senza lavoro, e che aiuta concretamente molti lavorati in attesa di un nuovo impiego; molti, senza la NASPI, non saprebbero proprio come pagare l’affitto, fare la spesa e, più in generale, mantenersi.
Detto dell’importanza della NASPI, non basta di certo essere semplicemente senza impiego per richiederla: i requisiti sono molto più stringenti e come chiarito dall’INPS in una recente comunicazione, per questo 2025 (nello specifico a partire dal 1° gennaio) bisogna fare attenzione anche a questo particolare.
INPS chiarisce sulla NASPI 2025: arriva la modifica
Per quest’anno, le modalità per accedere alla NASPI sono leggermente variate: in merito alla modifica, con la nuova circolare n. 98 del 5 giugno 2025, l’INPS ha fatto chiarezza e spiegato nel dettagli la situazione a tutti i cittadini. L’oggetto della modifica, come sottolinea anche il sito Brocardi, è un requisito relativo al pagamento dei contributi.

Dallo scorso 1° gennaio 2025, infatti, per ottenere la NASPI è necessario che il richiedente abbia alle spalle almeno tredici settimane contributive dall’ultimo evento di cessazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato, avvenuta nei dodici mesi precedenti ad una successiva cessazione involontaria dell’attività lavorativa (ovvero quella per cui si richiede la NASPI).
Il nuovo requisito può non essere necessario nel caso in cui le dimissioni siano avvenute per giusta causa (tra cui rientrano anche le dimissioni dopo richiesta di trasferimento, se non motivato da effettive ragioni tecniche, organizzative e produttive), durante maternità/paternità, durante la conciliazione obbligatoria e nel caso in cui si sia rifiutato il trasferimento in una sede lontana.
In tutti gli altri casi va rispettato questo nuovo requisito e dunque avere il periodo di contributi previsti. In questo senso, valgono sia i contributi previdenziali, sia i figurativi accreditati per maternità obbligatoria, i periodi all’estero in paesi comunitari e i periodi di astensione dal lavoro per malattia dei figli (fino a 8 anni di età).