La storia di Laura ci dimostra come il Bonus Maroni, confermato per il 2025, può portare ad un vero guadagno sullo stipendio.
Ci sono persone che, arrivate alla soglia della pensione, si mettono comode e firmano i moduli. E poi ci sono quelle che, davanti all’assegno previsto, iniziano a farsi due domande. Perché sì, Quota 103 permette di uscire prima, ma spesso significa anche prendere meno. A vita.

E allora? Vale davvero la pena mollare tutto subito, pur sapendo di lasciarsi indietro centinaia di euro ogni mese? Per molti no. Ed è lì che entra in gioco un’opportunità poco chiacchierata ma assolutamente legale: il Bonus Maroni.
Funziona così: se si hanno già i requisiti per la pensione anticipata ma si decide di restare al lavoro, lo Stato restituisce direttamente in busta paga i contributi previdenziali che normalmente verrebbero versati all’INPS. Un bel 33% dello stipendio lordo. Tutto esentasse. Un esempio concreto? Laura, 62 anni, insegnante. Aveva i requisiti per Quota 103, ma ha scelto di restare in cattedra. Così ogni mese prende 600€ netti in più. E non si vergogna affatto, anzi. è stata la scelta migliore che potesse fare.
Il caso di Laura: come ha fatto a ottenere 600€ netti in più al mese grazie al Bonus Maroni
Il Bonus Maroni è uno di quei meccanismi che fanno subito alzare qualche sopracciglio. Soprattutto tra chi è convinto che restare al lavoro un anno in più sia una sconfitta, o peggio, una fregatura. Eppure, dietro le apparenze, c’è una logica che a molti sta tornando utile. Anche parecchio.

Funziona così: chi ha già i requisiti per andare in pensione – Quota 103 o pensione anticipata ordinaria – può scegliere di non uscire. In cambio, lo Stato smette di prendersi il 33% dello stipendio lordo sotto forma di contributi, e glieli lascia in busta paga. Tutti. E netti. Nessuna tassa, nessuna trattenuta, nessun ricalcolo.
Laura, per esempio, ha uno stipendio lordo da circa 2.000€. Il 33% corrisponde a 660 €. Tolte le voci non spettanti e i minimi tecnici, se ne ritrova 600 netti in più ogni mese. Per un anno fanno 7.200€, subito disponibili. E no, non sono soldi ‘in prestito’ da restituire. Sono suoi. Se avesse deciso di andarci, il sistema anticipato l’avrebbe penalizzata economicamente a causa dell’importo basso che prevede questa uscita. Lei si è limitata a fare la domanda per ottenere il bonus.
Qualcuno dirà: “Ma così la pensione si abbassa”. Vero. Di poco. Ma intanto quei 600€ al mese possono essere messi da parte, usati, investiti o semplicemente vissuti. E soprattutto non passano dal fisco. In un sistema che tende a premiare chi aspetta e punire chi molla, Laura non ha fatto la furba. Ha fatto i conti. E per una volta, le sono tornati.