Hai un animale domestico? Per te arriva il Bonus 2025! Scopri come ottenerlo

In un’epoca in cui la sensibilità verso il benessere animale si fa sempre più preponderante, emerge una novità legislativa che suscita non poche riflessioni.

Si tratta del bonus animali domestici, una misura che, seppur con un orizzonte temporale definito (2025-2026), solleva interrogativi e considerazioni di varia natura.

bonus animali domestici 2025
Hai un animale domestico? Per te arriva il Bonus 2025! Scopri come ottenerlo (ot11ot2.it)

La decisione di introdurre un incentivo economico dedicato agli amici a quattro zampe, infatti, non è solo una risposta alle crescenti spese veterinarie, ma si pone anche come un tentativo di arginare il fenomeno del randagismo e promuovere la responsabilità pet.

Tuttavia, la delimitazione dei beneficiari attraverso criteri anagrafici e di reddito introduce una serie di perplessità: è davvero questa la strada migliore per garantire il benessere animale e supportare i proprietari? E quali implicazioni comporta per il tessuto sociale e per la relazione tra cittadini e istituzioni? Queste domande pongono le basi per un’analisi approfondita della misura, che merita di essere esaminata sotto diverse angolazioni.

Requisiti per richiedere il bonus animali

Il bonus animali domestici si configura come una detrazione fiscale, ma non tutti possono accedervi.

Hai un animale domestico? Per te arriva il Bonus 2025!
Requisiti per richiedere il bonus animali 2025 (ot11ot2.it)

I requisiti delineati dal Governo sono piuttosto specifici: è necessario essere residenti in Italia, avere almeno 65 anni, un ISEE non superiore a 16.215 euro, possedere un animale domestico regolarmente registrato e aver sostenuto spese veterinarie tracciabili.

Questi criteri, se da un lato mirano a circoscrivere la platea dei beneficiari a fasce di popolazione presumibilmente più vulnerabili, dall’altro sollevano questioni di equità e accessibilità. La scelta dell’età come parametro di accesso, ad esempio, esclude di fatto una vasta porzione di cittadini che, pur avendo difficoltà economiche, non rientrano nella fascia d’età prevista.

Inoltre, la necessità di documentare spese veterinarie tracciabili potrebbe rappresentare un ostacolo non indifferente per chi, pur avendo diritto al bonus, non è in grado di fornire tali prove.

Il bonus non è universale ma si applica a specifiche categorie di animali ammissibili: cani, gatti, criceti, furetti e piccoli roditori.

Questa scelta riflette una concezione di “animale d’affezione” che esclude altre specie, sollevando interrogativi sul criterio di selezione adottato.

Le spese veterinarie rimborsabili includono visite, interventi chirurgici, esami diagnostici e l’acquisto di farmaci prescritti, ma escludono le spese per l’alimentazione. Anche in questo caso, la definizione di quali spese siano detraibili e quali no merita una riflessione: perché escludere a priori le spese alimentari, che rappresentano una parte significativa del mantenimento di un animale domestico?

Il bonus animali domestici rappresenta un passo importante verso il riconoscimento del valore sociale e affettivo degli animali domestici. Tuttavia, le modalità di attuazione e i criteri di accesso sollevano una serie di perplessità che non possono essere ignorate.

La sfida per il legislatore sarà quella di bilanciare le esigenze di sostenibilità economica della misura con la necessità di garantire un accesso equo e inclusivo, in modo da non trascurare nessuna fascia di popolazione né categoria di animali d’affezione.

Solo attraverso un dialogo aperto e costruttivo tra istituzioni, cittadini e associazioni sarà possibile affinare la misura, rendendola un vero e proprio strumento di promozione del benessere animale e di responsabilità sociale.

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