Sono in avvio i controlli a tappeto da parte dell’Agenzia delle Entrate. Ad essere interessati i lavoratori autonomi forfettari. Ecco cosa cerca il Fisco.
Il regime forfettario è per i lavoratori autonomi la scelta principale in quanto si tratta di un regime semplificato e che permette di ottenere un risparmio sulle imposte da versare. Si tratta comunque di una opzione che può nascondere delle insidie, ragion per cui non così sporadici controlli a tappeto e approfonditi da parte dell’Agenzia delle Entrate. È quello che sta succedendo da alcuni mesi, con i contribuenti che si vedono recapitare, da parte del Fisco, richieste di documentazione specifiche.

Da qualche mese l’Agenzia delle Entrate ha avviato una serie di controlli a tappeto sui lavoratori autonomi a regime forfettario. Il motivo è la verifica sulla reale legittimazione di accesso al regime; le conseguenze però possono gravare e non poco sui contribuenti.
Al momento il Fisco si concentra sull’anno di imposta 2021. Da qui l’arrivo, a molti contribuenti, di comunicazioni ufficiali da parte dell’Agenzia che chiede di presentare fatture, estratti conti e altri documenti utili a ricostruire la situazione economica. Di fatto, se l’Agenzia contesta la legittima al regime agevolato, può ricalcolare non solo l’IRPEF, ma anche l’IVA dovuta su tutti i ricavi.
Controlli dell’Agenzia delle Entrate ai forfettari, a cosa bisogna stare attenti
L’Agenzia è in cerca di anomalie e incongruenze tra i redditi dichiarati e le Certificazioni Uniche ricevute dai contribuenti. In questi casi, una verifica più attenta dei dati può evitare ogni fraintendimento e successive conseguenze: fondamentale è predisporre un riepilogo minuzioso che colleghi ogni fattura emessa al relativo incasso, spiegando l’eventuale differenza tra quanto segnato in fattura e l’incasso ricevuto, basandosi sul principio di cassa.

Attenzione perché l’Agenzia delle Entrate può procedere direttamente all’accertamento anche senza avvisi preliminari, questo avviene quando le incongruenze sono palesi già dalle dichiarazioni presentate dal contribuente.
In questo modo, è come se decadessero in automatico i requisiti di accesso e permanenza al regime forfettario. È il caso di chi ha superato i 30mila euro da lavoro dipendente o da pensione nel 2020 o a chi detiene partecipazioni a società di persone entro il 31 dicembre dell’anno precedente. In queste diverse ipotesi, il contribuenti non poteva rientrare nel regime forfettario e il sistema informatico dell’Agenzia delle Entrate rileva in automatico le discrepanze avvia la procedura di ricalcolo dell’IRPEF e dell’IVA dovute.