Busta paga, gioia 400€ extra a giugno: è un bonus, ecco chi lo troverà

Da giugno parte finalmente il taglio del cuneo fiscale, da qui la presenza in busta paga per i dipendenti pubblici di un bonus che arriva a 400 euro.

A partire dal prossime mese di giugno, i dipendenti del settore pubblico, si troveranno in busta paga un bonus di 400 euro. Si tratta degli arretrati derivati dal taglio del cuneo fiscale.

busta paga e grafica di bonus
Busta paga, gioia 400€ extra a giugno: è un bonus, ecco chi lo troverà -ot11ot2.it

Dopo settimane di stallo dovuto a problemi tecnici, dal prossimo mesi di giugno si avvierà il taglio al cuneo fiscale in busta paga. Questo significa che la busta paga del mese di giugno dei dipendenti pubblici segnerà un aumento di 400 euro che va ad accumulare gli 83 euro mensili di sconto accumulati nei mesi prevedenti.

Non si tratta, quindi, di un bonus in senso stretto, ma dell’accumulo degli arretrati che non sono stati decurtati nei mesi precedenti.

Taglio al cuneo fiscale, dopo l’approvazione arriva l’applicazione

Il taglio al cuneo fiscale è stato inserito e approvato all’interno della Legge di Bilancio 2025 ed è quindi, teoricamente attivo, dal 1° gennaio 2025. Tuttavia a causa degli interventi di aggiornamento di NoiPa, il sistema informatico attraverso il quale il Ministero di Economia e Finanza gestisce gli stipendi dei dipendenti pubblici, la sua applicazione avverrà effettivamente solo a partire da giugno 2025.

due mani che si scambiano una busta con denaro
Taglio al cuneo fiscale, dopo l’approvazione arriva l’applicazione -ot11ot2.it

Il taglio al cuneo fiscale va ad archiviare e a sostituire definitivamente la decontribuzione temporanea introdotta nel 2024. Al suo posto si avvia un processo di riforma strutturale destinata a ridurre in maniera stabile il taglio del cuneo fiscale.

La novità più importante riguarda l’inserimento a regime degli aumenti in busta paga che cessano di essere occasionali ma diventano parte integrante dello stipendio mensile ordinario. Si ricorda che la riduzione si applica esclusivamente per quella parte di contributi che è a carico del lavoratore, senza però andare a toccare sezione destinata alla previdenza pensionistica. Nei fatti non significa un aumento salariale netto, che non va ad infierire sul calcolo della pensione futura.

Intanto è stata attivata ad aprile 2025 l’indennità IVC e si tratta di un incremento economico transitorio che si riceve dalla scadenza del contratto collettivo nazionale e fino alla fine alla firma del nuovo accordo. L’obiettivo è quello di compensare la mancata rivalutazione retributiva durante la fase del rinnovo, assicurando in questo modo la continuità del potere di acquisto degli stipendi pubblici. Per il triennio 2025-27 questa misura rappresenta uno dei principali strumenti per garantire l’adeguamento salariale.

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