Nessuna tregua per le Partite IVA, è pronta una stangata che fa tremare i lavoratori. Lo ha annunciato l’Agenzia delle Entrate.
Le tasse sono un incubo per tutti i cittadini ma in particolare per i titolari di Partita IVA. Non le pagano mensilmente ma due volte l’anno, cifre altissime da erogare entro una data di scadenza per evitare conseguenze gravi. Quest’anno sarà un vero salasso per alcuni contribuenti.

Il tema “tasse” per le Partita IVA è piuttosto delicato. I lavoratori vorrebbero dimenticare questo onere ma purtroppo devono affrontarlo seguendo con attenzione tutte le regole relative al proprio regime fiscale e contabile. L’aiuto di un commercialista è necessario perché il calcolo non è semplice anche perché ogni regime – ordinario, forfettario e semplificato – prevede indicazioni diverse.
IVA, IRPEF, IRES e IRAP sono le tasse principali applicate in contabilità ordinaria e nel regime semplificato. Chi è in regime forfettario, invece, pagherà le tasse con aliquota sostitutiva pari al 15% che per i primi cinque anni di attività scende al 5%. La cosa peggiore per le Partite IVA è la necessità di pagare non solo le tasse per il lavoro svolto ma di versare anche un acconto sui redditi futuri.
Ecco chi dovrà affrontare un salasso nel 2025
Per chi ha aperto una partita IVA nel 2024 sarà un vero salasso nel 2025. Dovrà versare il saldo delle imposte 2024 e gli acconti delle imposte sui redditi 2025 più i contributi previdenziali. Il sistema usato in Italia per le imposte sul reddito e i contributi dei lavoratori autonomi e professionisti è quello dell’acconto e saldo.

Significa che ogni anno le Partite IVA dovranno versare gli acconti calcolati sui redditi prodotti l’anno precedenti con scadenza 30 giugno e 30 novembre e poi versare il saldo che deriva dalla dichiarazione entro il 30 giugno dell’anno di imposta seguente.
Avendo aperto la Partita IVA solo lo scorso anno non ci sarà stata occasione di versare gli acconti per le imposte sui redditi. Ecco che nel 2025 ci si trova a pagare un saldo oneroso più l’acconto 2025. Tutto questo, però, non entro il 30 giugno ma entro il 21 luglio perché il Governo ha concesso una proroga agli autonomi. Un sistema, dunque, che crea difficoltà economiche non da poco alle Partite IVA ma soprattutto a quelle in regime forfettario perché fatturano senza ritenuta d’acconto.
Significa che non anticipano una quota di imposte nel corso dell’anno e si trovano, quindi, a dover versare tutto l’importo delle imposte maturate l’anno precedente più l’acconto. E non dimentichiamo, poi, i contributi previdenziali sempre con sistema di acconto e saldo da corrispondere. L’aliquota per chi è in Gestione Separata è al 26%. Come detto un vero salasso.