Il DESI (Digital Economy and Society Index) è lo strumento con cui la Commissione europea monitora dal 2015 il grado di digitalizzazione dei 28 Stati membri dell’Unione. Il report si basa su 34 indicatori, raggruppati in cinque aree tematiche: connettività, capitale umano, uso dei servizi Internet, integrazione delle tecnologie digitali e servizi pubblici digitali. Ciascuna area contribuisce in percentuale diversa al punteggio complessivo del Paese.

Nel rapporto DESI 2019, pubblicato nel giugno dello stesso anno, si evidenzia un progresso generalizzato tra gli Stati membri. Paesi come Finlandia, Svezia, Paesi Bassi e Danimarca guidano la classifica. L’Italia, pur mostrando miglioramenti in alcuni ambiti, si posiziona al 24° posto su 28, accanto a Bulgaria, Romania, Grecia e Polonia.
I cinque pilastri del DESI 2019
Il punteggio del DESI si basa su:
- Connettività (25%): accesso e qualità della banda larga, fissa e mobile;
- Capitale umano (25%): competenze digitali di base e avanzate;
- Uso dei servizi Internet (15%): attività online svolte dagli utenti;
- Integrazione delle tecnologie digitali (20%): digitalizzazione delle imprese, e-commerce, cloud, big data;
- Servizi pubblici digitali (15%): uso dell’eGovernment, open data, sanità digitale.
Nel 2019 sono stati introdotti nuovi indicatori come la preparazione al 5G, la presenza di specialisti ICT femminili, il numero di laureati in TIC, l’utilizzo di ricette digitali e lo scambio di dati medici, per tenere conto degli ultimi sviluppi tecnologici.
L’Europa digitale: panoramica generale
A livello europeo, il DESI mostra progressi importanti:
- Il 97% degli europei ha accesso alla banda larga fissa.
- L’83% delle abitazioni è coperto da banda larga veloce (almeno 30 Mbps), mentre il 60% ha accesso a connessioni ultraveloce (almeno 100 Mbps).
- La copertura 4G raggiunge il 94% della popolazione UE.
- Il 43% dei cittadini europei non possiede competenze digitali di base.
- L’83% svolge attività online almeno una volta a settimana.
- Il cloud computing è usato dal 18% delle imprese, l’e-commerce dal 17% delle PMI.
- I servizi pubblici digitali sono in crescita, con il 64% degli utenti che inviano moduli alle PA online.
La situazione dell’Italia nel DESI 2019
L’Italia registra miglioramenti, ma rimane tra i Paesi più arretrati nella classifica DESI, posizionandosi al 24° posto. Analizzando i singoli pilastri, emergono differenze significative.
Connettività: l’Italia si piazza al 19° posto, con una copertura della banda larga fissa superiore al 99,5% e una copertura NGA (banda larga veloce) al 90%, al di sopra della media UE (83%). Tuttavia, solo il 24% delle abitazioni ha accesso alla banda larga ultraveloce (contro il 60% della media UE). L’Italia si distingue positivamente nella preparazione al 5G, con il 60% dello spettro già assegnato, posizionandosi al 2° posto in Europa.
Capitale umano: il nostro Paese è al 26° posto. Solo il 44% degli italiani tra i 16 e i 74 anni possiede competenze digitali di base, rispetto al 57% della media UE. Gli specialisti TIC rappresentano il 2,6% della forza lavoro (UE: 3,7%) e solo l’1% dei laureati ha un titolo in discipline TIC. Anche la presenza femminile in ambito ICT è estremamente limitata.
Uso dei servizi Internet: l’Italia registra un forte ritardo. Il 19% della popolazione non ha mai usato Internet, quasi il doppio della media UE. Le attività più diffuse sono lo streaming, il gaming e l’uso dei social network, mentre è bassa la percentuale di chi legge notizie online o frequenta corsi digitali. Il servizio più in crescita è la fruizione di video on demand, aumentata di 8 punti percentuali in un anno.
Integrazione delle tecnologie digitali: il 23° posto riflette un progresso modesto. Solo il 10% delle PMI italiane vende online (UE: 17%), e appena il 6% effettua vendite transfrontaliere. Tuttavia, oltre il 37% delle aziende italiane condivide informazioni internamente per via elettronica, sopra la media europea (34%). Serve un maggiore sforzo per digitalizzare le imprese, in particolare le PMI.
Servizi pubblici digitali: in questa area l’Italia migliora leggermente, salendo al 18° posto. I punti di forza includono:
- Open data: l’Italia passa dall’8° al 4° posto, con l’80% dei dati disponibili rispetto al 64% della media UE.
- Sanità digitale: 24% degli utenti ha usufruito di servizi online (UE: 18%).
- Moduli precompilati: miglioramento di 15 punti percentuali rispetto al 2018.
- Completezza dei servizi online: punteggio 91/100, superiore alla media UE (87).
- Servizi digitali per le imprese: 85/100, in linea con la media europea.
Un dato critico rimane l’interazione online con la PA: solo il 37% degli utenti italiani utilizza i canali digitali per comunicare con la pubblica amministrazione, contro il 64% della media UE.