Stephen+King+porta+Hollywood+in+tribunale%3A+il+film+tratto+dal+suo+libro+%C3%A8+troppo+brutto
ot11ot2it
/notizie/stephen-king-porta-hollywood-in-tribunale-il-film-tratto-dal-suo-libro-e-troppo-brutto/amp/

Stephen King porta Hollywood in tribunale: il film tratto dal suo libro è troppo brutto

Published by
Fabio Scapellato

L’amatissimo scrittore Stephen King ha dato battaglia legale ad un’azienda di Hollywood quando ha visto come avevano trasformato il suo romanzo.

Stephen King non ha bisogno di presentazioni, si tratta di uno degli scrittori più prolifici e di maggior successo delle ultime decadi, i cui racconti e i cui libri sono stati spesso tramutati in film di grande successo. Tutti sicuramente conoscono IT, Shining, Misery non deve morire, Stand By Me, Le ali della libertà, Carrie e il Miglio Verde.

Stephen King porta Hollywood in tribunale: il film tratto dal suo libro è troppo brutto – Ansa Foto – ot11ot2.it

La mini lista fatta però è solo una piccola parte delle opere cinematografiche che hanno preso spunto – più o meno fedelmente – dalle opere dello scrittore, ce ne sono molte altre che hanno avuto meno successo e risalto mediatico, anche e soprattutto perché il lavoro svolto per la trasposizione è stato meno qualitativo che negli esempi succitati.

Vi sembrerà strano – anche se le uscite degli ultimi anni un indizio in tal senso l’avevano offerto – ma ci sono tanti altri racconti dello scrittore che meriterebbero una ribalta cinematografica e che non sono stati ancora trasposti, come ce ne sono alcuni che sia l’autore che i suoi fan avrebbero preferito che rimanessero su carta.

King non è il classico scrittore che ripugna e osteggia il rimaneggiamento delle sue opere, anche perché tanti racconti utilizzati per il cinema hanno una durata così breve che per essere utilizzati in un lungometraggio necessitano di sceneggiatura aggiuntiva. Tuttavia c’è stata una volta in cui la modifica del materiale originale è stata tale da farlo imbestialire.

La volta in cui Stephen King ha portato Hollywood in tribunale

Nel 1992 è uscito al cinema un film chiamato “Il Tagliaerbe di Stephen King”. Il titolo era giustificato dall’omonimia con la storia breve narrata dallo scrittore statunitense in uno dei suoi scritti, ma non altrettanto dalla somiglianza tra la pellicola e l’opera originale. Nello scritto il protagonista è un operaio ingaggiato da ricco signore per la cura del prato, un uomo che utilizza il tagliaerba senza toccarlo grazie ad un non specificato potere sovrannaturale.

La volta in cui Stephen King ha portato Hollywood in tribunale – primevideo.com – ot11ot2.it

Ciò che rende inquietante e grottesco questo personaggio non è tanto il suo aspetto, quanto l’abitudine di seguire lo strumento completamente nudo e mangiare l’erba appena tagliata. Il proprietario di casa scopre che questo è un seguace di pan e da quella scoperta iniziano una serie di conseguenze spiacevoli.

Il racconto si limita a questo e gli sceneggiatori di Hollywood hanno immediatamente capito che per renderlo un film era necessario ampliare la storia. Il fatto è che per farlo hanno inserito elementi tech fantascientifici, aggiungendo a forza strani esperimenti con la realtà virtuale (all’epoca appena emersa proprio con un simulatore di giardinaggio in una fiera di settore).

Quando King vide il film si rese conto che del suo racconto era rimasto solo il nome e decise di denunciare l’azienda che l’aveva prodotto – Allied Vision – per utilizzo improprio del suo nome. La corte gli ha dato ragione ed ha costretto Allied Vision a rimuovere il nome dell’autore dal titolo e pagare 2,5 milioni di dollari per poter inserire tra i titoli di testa la scritta “Ispirato ad un racconto di…”.

Fabio Scapellato

Sono laureato in Lingue, percorso Scienze per la comunicazione internazionale. Appassionato di giornalismo sin dal Liceo, scrivo da anni per blog, siti e testate giornalistiche e sono da diverso tempo giornalista pubblicista. Ho una passione smodata per il calcio e per gli sport in generale con preferenza per il Basket, la MotoGp, il Tennis e la Pallavolo. Amante del cinema d’autore, consumo nel tempo libero vagonate di serie tv, film, videogame e libri. Ritengo che la forma di narrazione più completa che ci sia oggi sia quella videoludica, anche se, come ogni medium giovane, deve ancora superare il preconcetto della massa.