Condominio: la vicina che usa i tacchi in casa può causare disturbi psicologici e commettere un reato, ecco cosa prevede la Cassazione
La quiete domestica è un diritto fondamentale, ma spesso viene compromessa da rumori molesti che sembrano innocui solo in apparenza. Tra questi, il suono secco dei tacchi sul pavimento può rappresentare una vera tortura per chi abita nei piani inferiori. È quanto accaduto a una donna di Sesto Fiorentino, affetta da disturbo d’ansia, che ha ottenuto un risarcimento di 10.000 euro a causa del continuo calpestio notturno proveniente dalla vicina del piano di sopra.
Il caso ha attirato l’attenzione pubblica perché rappresenta una novità giurisprudenziale significativa: la vicina che indossa tacchi in casa può essere ritenuta responsabile non solo civilmente ma anche penalmente. Secondo un sondaggio di Confedilizia, il rumore dei tacchi al piano di sopra è tra le principali fonti di disagio nei condomini. Ma esistono davvero rimedi legali per chi subisce questo tipo di disturbo? La risposta è sì, ma serve documentare tutto con attenzione.
Il codice civile, all’articolo 844, prevede che i rumori che superano la normale tollerabilità — pari a 40 decibel di notte e 50 di giorno — possono essere sanzionati. Per dimostrare il superamento di tale soglia, è necessario affidarsi a una consulenza tecnica di parte con misurazioni fonometriche. Inoltre, il regolamento condominiale può contenere norme specifiche che vietano l’uso di calzature rumorose all’interno dell’abitazione. Se il regolamento è contrattuale, può essere fatto valere anche in sede giudiziale. In alternativa, chi è disturbato dal rumore può:
In alcune circostanze, il rumore dei tacchi in casa può sfociare in veri e propri reati. La Cassazione ha infatti stabilito (sentenza n. 2071/2024) che i rumori molesti diventano penalmente rilevanti se disturbano più persone. Ma se il comportamento molesto è mirato e reiterato nel tempo, può persino configurare il reato di stalking, anche senza che siano coinvolti altri condomini.
È il caso affrontato nella sentenza n. 44261/2024, dove la Corte ha condannato una donna per aver reso invivibile la vita dei vicini attraverso rumori notturni e intimidazioni. La vicina che indossa tacchi in casa può quindi essere denunciata non solo per disturbo del riposo, ma anche per stalking, se i suoi comportamenti generano ansia, stress e turbamento psicologico. È fondamentale documentare il tutto: referti medici, registrazioni sonore, testimonianze e segnalazioni all’amministratore possono fare la differenza.
In conclusione, la tutela della pace domestica è un diritto che può essere difeso con strumenti legali precisi. La vicina che indossa tacchi in casa, in orari inopportuni e con modalità ossessive, può essere ritenuta responsabile sia civilmente che penalmente. La giurisprudenza si sta muovendo sempre più verso una protezione effettiva della salute psicologica dei condomini, riconoscendo che anche i suoni ripetitivi e apparentemente banali, come quelli dei tacchi sul pavimento, possono rappresentare una forma di molestia da non sottovalutare.