I Principi del Galles finiscono nella bufera. Presi di mira dalle associazioni animaliste. Cos’è successo nei giardini di Kensington Palace.
Difendere i diritti degli animali è onorevole, ma – come per tutte le cose – è importante non cedere a pulsioni estremiste. Facciamo un passo indietro. Il rapporto della Royal Family con i cani ha origini lontane. La Regina Elisabetta II era innamorata dei suoi corgi, tanto da averne avuti ben 30 in tutta la sua vita. All’interno delle mura dorate di Buckingham Palace, un’area del palazzo era dedicata solo a loro. Ha posseduto inoltre dei dorgi, una razza che nasce dall’incrocio dei corgi e dei bassotti.
La Regina Camilla e Re Carlo III non sono da meno. Qualche anno fa la sovrana aveva adottato due trovatelle in un centro, Beth e Bluebell. Una delle due purtroppo è morta di recente, lasciando un vuoto nel cuore della consorte del monarca. Ma loro non sono gli unici a godere della compagnia dei loro migliori amici a quattro zampe. Nel 2020 James Middleton, che fa effettivamente l’allevatore, ha regalato alla sorella una graziosa cocker spaniel.
Orla vive insieme a Kate e William a Kensington Palace. In occasione del 43esimo compleanno dell’erede al trono, il profilo ufficiale dei Principi del Galles ha condiviso un suo scatto, che ritrae il primogenito di Re Carlo III circondato dalla cocker e dai suoi tre cuccioli. Per quanto la foto abbia seguito un’onda di affetto sui social, le associazioni animaliste hanno visto nel gesto un comportamento scorretto.
“Complici del sovraffollamento nei rifugi” – sarebbe questo il “capo di imputazione” che pende sui Principi del Galles. Secondo Peta, associazione animalista fondata tre decenni fa, i royals non avrebbero dovuto consentire a Orla di avere dei cuccioli. Favorire le nascite, quando i canili sono pieni di animali pronti per essere accolti, sarebbe un comportamento alquanto discutibile. Letterali parole: è “fuori dal mondo”, che William e Kate decidano di “sfornare una cucciolata”.
Sicuramente, in un mondo idilliaco e utopico, le persone smetterebbero di adottare i cuccioli presso dei centri privati. Accorrerebbero invece a salvare gli esemplari trincerati all’interno dei rifugi. Si tratta, infatti, di creature che hanno più difficoltà a trovare una famiglia. Complice l’età e – talvolta – le possibili malattie e difficoltà motorie causate dalla sopravvivenza in libertà. Accusare però William e Kate di contribuire al sovraffollamento, dicono alcuni utenti, forse è un po’ troppo.