Dal 1° gennaio 2025 il bonus ristrutturazione sarà meno conveniente: ecco chi perde di più e come evitare gli errori fiscali
Dal 1° gennaio 2025 il sistema delle detrazioni fiscali legate ai bonus edilizi, incluso il bonus ristrutturazione, subirà un’importante trasformazione. L’Agenzia delle Entrate, con la circolare n. 6/E del 2025, ha chiarito come si applicherà il taglio alle detrazioni Irpef previsto dalla Legge di Bilancio 2025, con effetti anche sul bonus ristrutturazione al 50% e al 36%.

Per i contribuenti con redditi superiori a 75.000 euro, le agevolazioni fiscali saranno soggette a un tetto massimo annuale, calcolato in base al reddito e al numero di figli a carico. Questo meccanismo di taglio Irpef coinvolge tutte le principali agevolazioni edilizie, comprese ecobonus, sismabonus e superbonus. La soglia massima di spesa detraibile sarà di 14.000 euro per redditi oltre i 75.000 euro, ridotti a 8.000 euro per chi supera i 100.000 euro. Tali importi andranno moltiplicati per un coefficiente familiare (da 0,50 a 1) legato al numero di figli nel nucleo, con un trattamento di favore in caso di figli disabili.
La buona notizia per i contribuenti è che, entro questo limite, avranno libertà nella scelta delle spese da portare in detrazione, privilegiando quelle con aliquote più elevate. Questo consente di massimizzare il risparmio fiscale, scegliendo ad esempio il bonus ristrutturazione rispetto ad altre spese minori. Il bonus ristrutturazione resta una delle agevolazioni più utilizzate, ma dal 2025 subirà un ridimensionamento. La nuova normativa prevede una riduzione graduale delle aliquote fino al 2028. Per l’abitazione principale si passerà dal 50% nel 2025 al 36% nel biennio 2026-2027, fino al 30% dal 2028. Per le seconde case, il calo sarà più marcato: 36% nel 2025, 30% nei due anni successivi, poi stabilmente al 30%. Anche il massimale di spesa agevolabile sarà ridotto da 96.000 a 48.000 euro per unità immobiliare.
Bonus ristrutturazione: come cambia la detrazione dopo il 2025
Chi intende usufruire del bonus ristrutturazione nel 2025 dovrà valutare attentamente il proprio reddito complessivo e la composizione del nucleo familiare, per calcolare il limite massimo di detrazione Irpef ammissibile. Infatti, anche se l’agevolazione sulla carta resta attiva, di fatto per molti contribuenti si tradurrà in un beneficio fiscale ridotto. Il taglio Irpef dal 2025 rende più selettivo l’accesso ai vantaggi fiscali, imponendo una gestione più consapevole delle spese.

Un esempio pratico: un contribuente con reddito di 80.000 euro, due figli a carico e spese detraibili complessive per 15.000 euro (di cui 9.000 euro per ristrutturazione), potrà scaricare soltanto 11.900 euro (ossia 14.000 euro moltiplicati per 0,85). A quel punto, dovrà scegliere come suddividere tale importo tra le spese sostenute, tenendo conto delle diverse percentuali di detrazione. Ecco in sintesi i punti chiave da ricordare:
- Il bonus ristrutturazione sarà soggetto a taglio Irpef per i redditi oltre 75.000 euro;
- La detrazione sarà calcolata entro un tetto massimo annuo, variabile secondo il reddito e la composizione familiare;
- Sarà possibile scegliere liberamente quali spese portare in detrazione, privilegiando le più vantaggiose;
- Le vecchie spese (pagate entro il 2024) non rientrano nel nuovo limite e seguono le regole precedenti;
- Dal 2028, il bonus ristrutturazione scenderà al 30% per tutti, con massimale dimezzato.
Tra le detrazioni più penalizzate dalla nuova normativa c’è proprio il bonus ristrutturazione. Chi sta pianificando interventi edilizi dovrebbe valutare con urgenza l’opportunità di anticipare le spese entro il 31 dicembre 2024, per sfruttare le attuali condizioni più vantaggiose. Anche successivamente, il bonus continuerà a rappresentare un’opportunità, seppur più limitata, all’interno di una strategia fiscale ben pianificata.