Amazon continua a spendere in ricerca e produzione di strumentazione che possa migliorare e rendere maggiormente efficiente sia la fase di stoccaggio che quella di consegna, attualmente però siamo distanti da una vera e propria rivoluzione.
Il colosso delle consegne sta cercando ormai da anni di migliorare il proprio servizio attraverso l’introduzione di tecnologie che permettano di rendere ancora più veloce ed efficiente il servizio offerto ai propri clienti. Non è segreto infatti che una parte degli investimenti rivolti al futuro dell’azienda riguardano la produzione e i test sui droni.

In questi anni la compagnia ha cercato di produrne di diversi tipi, in grado di effettuare consegne senza bisogno dell’ausilio dell’essere umano. I primi test sono già stati effettuati (anche in Italia c’è stata la prima consegna con drone) ed hanno dato dei segnali incoraggianti, ma affinché l’intera catena distributiva possa essere affidata a questi robot ci vorrà molto tempo e ulteriori investimenti.
I droni non sono l’unico strumento tecnologico che Amazon sta sviluppando per rendere maggiormente efficiente il proprio servizio. Il settore di ricerca ha infatti costruito due robot il cui scopo è quello di gestire lo stoccaggio delle merci. L’obiettivo è chiaramente quello di meccanizzare il più possibile il processo, un qualcosa che permetterebbe – qualora fosse efficiente al 100% – di ridurre se non eliminare del tutto la necessità di operatori umani.
Il test sui robot dà buoni risultati ma non eccellenti: gli umani restano indispensabili per Amazon
Nei giorni scorsi è stato effettuato un test con i due robot Stow e Pick. Il primo aveva il compito di inserire i prodotti nel carrello, mentre il secondo quello di valutarli e inserirli successivamente in una cesta per la fase di smistamento precedente a quella di consegna. Dotati di pinza intelligente, braccio estensibile e sistema visivo i due robot hanno gestito 224mila articoli in un’ora.

Si tratta di un risultato positivo ma non preoccupante: nello stesso lasso di tempo gli operai umani sono in grado di gestire all’incirca 243mila ordini. Il test non ha dato solo note positive: Stow ha eseguito correttamente l’85% degli ordini, ma il 15% di fallimenti ha portato nel 9% dei casi al danneggiamento degli articoli (li ha fatti cadere rovinandoli) e in particolare sono stati rovinati i libri (il 14% di quelli maneggiati) che sono usciti dalla prova con pagine tagliate o rovinate.
Per quanto riguarda Pick, adibito al controllo e all’accettazione degli articoli, il tasso di successo è stato del 91% su 12mila tentativi. Il robot ha rifiutato il 19,4% dei prodotti quando non li riconosceva o temeva di danneggiarli. Insomma per il momento il lavoro umano continua ad essere più efficiente e di conseguenza indispensabile per la catena di stoccaggio della compagnia.
Ciò non toglie che l’utilizzo complementare dei robot possa servire a velocizzare le operazioni e rendere meno gravosi alcuni compiti per gli operai. Si pensa ad esempio all’utilizzo di questi per l’accesso agli scaffali più alti o per la gestione dei carichi più pesanti, già solo così si stima che possa essere aumentata l’efficienza del 4.5%.