Alzheimer, ora la svolta è finalmente arrivata: la diagnosi sarà davvero più semplice, ecco cosa cambia

È stato fatto un passo avanti importante nella diagnosi del morbo di Alzheimer, che sarà ora più semplice e meno invasiva, l’esperienza dei pazienti cambia davvero.

La medicina negli ultimi anni ha fatto certamente passi avanti importanti, rendendo guaribili malattie che erano quasi una condanna a morte o quasi al momento della scoperta. Ora non solo sta diventando possibile superarle, ma migliora anche l’esperienza di vita del paziente, grazie a terapie che diventano più mirate e meno invasive. Questo ora è possibile anche per qualcosa che spaventa ancora tantissimo e che in genere (ma non sempre) tende a riguardare chi non è più giovanissimo, il morbo di Alzheimer.

donna Morbo di alZherimer
Alzheimer, ora la svolta è finalmente arrivata: la diagnosi sarà davvero più semplice, ecco cosa cambia – Ot11ot2.it

Si tratta infatti una malattia neurodegenerativa, che almeno per ora non ha cura, ma che diventa indispensabile riuscire a diagnosticare quando è ancora in fase iniziale, così da tenere a bada il più possibile i sintomi. La quotidianità dei malati è infatti destinata a cambiare in maniera inesorabile, ma grazie alle ultime novità tutto può davvero migliorare.

Morbo di Alzheimer: come cambia la diagnosi

Scoprire di avere una grave malattia fa paura, ma trincerarsi dietro questo timore ed evitare di fare controlli mirati non è certamente la soluzione. Solo in questo modo, infatti, si può arrivare a una diagnosi precoce, in alcuni casi lo strumento migliore per guarire, come nel caso di molti tumori, in altri, un modo per iniziare subito delle cure mirate e migliorare la qualità della vita.

Ora le cose sono destinate a cambiare anche per il Morbo di Alzheimer, rendendo più semplice scoprire se lo si è contratto, oltre a poterlo fare in modo veloce e con strumenti che non saranno più invasivi. Basterà infatti sottoporsi a un esame del sangue per togliere ogni dubbio a riguardo, cosa che non era finora mai accaduta prima.

esame del sangue
Morbo di Alzheimer: come cambia la diagnosi – Ot11ot2.it

Si tratta certamente di una novità importante, per ora disponibile solo negli Stati Uniti, grazie all’approvazione della FDA americana , che ha dato l’ok per un test sviluppato dall’azienda statunitense Fujirebio Diagnostics, e chiamato ‘Lumipulse’. Grazie a questo sistema diventa possibile individuare precocemente le placche amiloidi, un segno distintivo della malattia, rilevate fino ad ora solo tramite scansioni cerebrali o analisi del liquido spinale.

Un cambiamento di questo tipo può essere considerato davvero epocale, visto che può consentire dare un sostegno importante ai pazienti che possono prendere i nuovi farmaci anti-amiloide che mirano a ridurre o rimuovere le placche amiloidi nel cervello. Secondo le ultime rilevazioni degli studiosi, questo può portare a una riduzione della progressione del Morbo di Alzheimer fino al 35%, a condizione che si proceda però quando si è ancora alla fase iniziale della patologia.

Il test è chiamato Lumipulse G pTau217/ß-amiloide 1-42, misura due proteine presenti nel plasma umano, pTau217 e β-amiloide 1-42, associate all’accumulo di placche amiloidi e grovigli di tau nel cervello. Qualora i livelli risultino in forte aumento, è evidentemente segno che la malattia sta già progredendo (si può arrivare a riscontrarla già tra i 18 e i 14 anni prima della diagnosi). Secondo quanto emerso, questa metodologia ha la stessa efficacia nella rilevazione della malattia (pari al 90%) dell’esame del liquido cerebrospinale e della tomografia a emissione di positroni (PET), che cerca la presenza di placche di beta-amiloide nel cervello.

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