Andare d’accordo con i colleghi non è sempre semplice, ma può essere controproducente litigale, addirittura si può rischiare il licenziamento. Ecco cosa dice la legge.
Avere un lavoro è certamente importante per tutti, sia per chi ha una famiglia da mantenere, sia per chi vive da solo, perché garantisce uno stipendio sicuro che può consentire di gestire le spese di ordinaria amministrazione, in alcuni casi anche di togliersi qualche sfizio. Non è detto però che l’ambiente in cui si opera sia sempre ottimale, è tutt’altro che raro avere a che fare con un capo difficile o con colleghi con cui si possono avere pareri diversi, al punto tale da arrivare a litigare con toni anche abbastanza accesi.

Avere discussioni non fa certamente bene sia al proprio umore sia al rendimento, che può essere condizionato da questo temendo che questo possa avere ripercussioni con i superiori. In alcuni casi si tende così a sopportare anche situazioni che non ci piacciono ben sapendo come sia importante salvaguardare l’impiego, anche se non tutti riescono a farlo incuranti delle possibili conseguenze.
I litigi con i colleghi ti fanno rischiare il licenziamento? Cosa dice la legge
Pensare di andare d’accordo con tutti è praticamente impossibile, questo può valere nella vita di tutti i giorni, con amici e familiari, ma anche con i colleghi. A volte infatti si possono sopportare situazioni poco gradite, ma alla lunga si finisce per manifestare apertamente il proprio disappunto, non sempre in maniera tranquilla al punto tale da scatenare una discussione vera e propria. Credere che questo possa portare addirittura al licenziamento sembra essere impossibile, invece non è detto che la situazione sia esente da conseguenze.
Capire cosa dice la legge a riguardo è importante per evitare dubbi, ben sapendo come queste situazioni siano state in più occasioni gestite dai Tribunali. Il primo aspetto a cui fare riferimento è il contratto collettivo, che prevede regole diverse a seconda della categoria stabilendo le sanzioni previste per ogni situazione.

A livello generale c’è una regola importante da tenere presente: una lite tra colleghi non può portare in automatico il licenziamento, si parte in genere con una misura “conservativa”, quali un richiamo o una sospensione, la perdita dell’impiego rappresenta solo l’ultima spiaggia a cui si può andare incontro. È comunque compito del datore di lavoro cercare di capire quali siano le motivazioni che hanno portato al problema in essere, provando a comprendere anche chi possa essere il “colpevole” da cui è poi scaturito tutto.
Un imprenditore dovrebbe salvaguardare l’ambiente in cui si opera e i suoi dipendenti, per questo si potrebbe arrivare a separare le persone coinvolte, magari ponendoli a lavorare in reparti o addirittura in sedi differenti, così che non debbano avere più a che fare l’un l’altro con cadenza quotidiana. Il licenziamento secondo la giurisprudenza potrebbe avvenire solo se emergono problemi gravi, ad esempio quando uno dei due, o entrambi, arrivano a usare la violenza fisica (si deve comunque accertare che non si tratti di legittima difesa).