Strategia infallibile per non perdere tutti i soldi, se hai una figlia non devi cedere alla nuova truffa WhatsApp.
Avere una figlia che necessita di un sostegno economico è una condizione abbastanza comune, infatti la nuova truffa WhatsApp è molto difficile da sfatare. Con questi consigli ci si salva, ma bisogna fare molta attenzione perché non è solo l’espediente ad essere diabolico, ma anche le modalità.
Come dire le “truffe non vanno mai in vacanza, nemmeno d’estate!” questa la condizione di cui sono state già raccolte una serie di vittime. Le truffe online mediante email e WhatsApp sono molteplici, soprattutto sempre in aggiornamento. Ci sono diversi casi in cui spicca un falso verbale di PagoPA, un documento “apparentemente legale”, ma che nasconde un piano subdolo.
Inviterebbe a pagare una multa inesistente mediante un link falso! In questo modo, tanti genitori, hanno perso molto denaro dai propri risparmi. Una condizione triste, perché sapere di avere figli in difficoltà economica è già qualcosa che determina un dispiacere, figuriamoci se poi è tutto frutto di una truffa.
Da quanto evidenziato, è chiaro che si cerca di trovare delle vittime in delle famiglie che hanno figli. Un piano subdolo che mette in allarme chi ha una figlia lontano da casa che ha bisogno di soldi. La nuova truffa WhatsApp usa questi esperienti malefici, ecco come difendersi.
Il messaggio arriva sottoforma di “avviso ritardo nel Pagamento-verbale” il quale sembra provenire da PagoPA. Invita a cliccare sul pulsante “controlla multa” per visualizzare i dettagli da pagare, ed ecco che ci si ritrova con il conto in banca azzerato! Come difendersi?
Bisogna dubitare se ci si trova domini stranieri o indirizzi diversi da quelli ufficiali di PagoPA come noreply-checkout@ricevute.pagopa.it. Se ci sono errori grammaticali o ortografici, vuol dire che è phishing, un segnale da non sottovalutare che implica il falso.
Ancora le stesse richieste di Dati Sensibili, è falso. Il PagoPA non richiede mai dati personali, password o coordinate bancarie via email o sms. Il mouse poi ci aiuta a visualizzare se l’URL è reale. Non ci si deve cliccare sopra, ma passare il cursore. Quello ufficiale inizia sempre con https://checkout.pagopa.it.
La sicurezza del sito è un altro elemento, controllare l’icona lucchetto nella barra degli indirizzi e i dettagli del certificato SSL. Spesso la pressione davanti le richieste di pagamento, con minacce di sanzioni, è una tecnica comune per intimare a pagare.
Infine, c’è un dettaglio, forse il più importante da considerare: diffidare sempre da pagamenti che non includono l’accesso mediante SPID o CIE, che per quanto macchinosi, sono una garanzia di tutela.
Il messaggio finto della “figlia di un’amica” chiederebbe di votarla per avere una borsa di studio o un premio in denaro. Così, si viene indirizzati a una pagina che richiede l’accesso con credenziali e l’inserimento di un codice SMS. Questa è la tipica truffa di phishing più diffusa che porta, una volta inserito il codice, l’organizzazione criminale ad aver il controllo sull’account WhatsApp dell’utente.