C’è un modo per lasciare il lavoro per 24 mesi ma percepire comunque due anni di stipendio: ecco in quale situazione e come funziona.
Il tema del lavoro è sicuramente uno dei più attuali al momento, e spesso anche spinoso: fortunatamente, anche soltanto in queste ultime settimane, stiamo vedendo come siano stati messi a disposizione una serie di incentivi per i datori di lavoro, attui a favorire l’assunzione sia dei giovani che delle donne in condizioni svantaggiate.

Gli incentivi che alleggeriscono il datore di lavoro dai contributi per un determinato periodo di tempo, in caso di assunzioni che soddisfano determinati requisiti, sono decisamente aiuti importanti per migliorare la stabilità lavorativa di tante persone, oltre a permettere a privati e aziende di migliorare la loro offerta in termini di servizi, acquisendo altro personale e altre abilità.
A prescindere dalle assunzioni, comunque, c’è anche un caso in cui si può sospendere l’attività lavorativa per 24 mesi, pur continuando a percepire (nel corso dei due anno) il consueto stipendio. In che situazione è possibile farlo e come funziona? Ecco tutti i dettagli, da leggere con molta attenzione.
Congedo biennale con stipendio pagato: come funziona
C’è un modo per interrompere l’attività lavorativa per diversi mesi, addirittura due anni, pur continuando a percepire lo stipendio: la misura riguarda i caregiver e rientra in quella serie di agevolazioni e aiuti che vengono concessi dalla legge 104, quella che certifica l’invalidità di una persona.

Come sottolineato sul sito dell’INPS, infatti, è possibile prendersi un congedo straordinario dal lavoro per assistere familiari con gravi disabilità, come stabilitò dall’art.3 comma 3 della legge 104 (febbraio 1992); in sostanza, quindi, l’invalido deve avere i requisiti per poter beneficiare di quanto espresso dalla legge 104, e il caregiver che lo assiste e decide di prendere il congedo essere un lavoratore dipendente.
Qualora sussistano tutti i requisiti, il caregiver in questione può usufruire del congedo fino ad un massimo di due anni; oltre ad avere applicati i benefici della legge 104, il disabile non deve essere ricoverato presso strutture (a meno che non passi periodi certificati fuori da queste) o che, se ricoverato, sia in stato vegetativo persistente con prognosi di breve durata della vita, o con necessità in struttura dell’assistenza di un parente.
Durante il congedo, viene riconosciuta un’indennità pari all’ultimo stipendio percepito; il congedo può anche esse frazionato, purché appunto sussistano sempre i requisiti e venga certificato il bisogno di assistenza da parte del disabile. Per prendere il congedo, ad esclusione dei coniugi e dei genitori, gli altri parenti devono convivere con il disabile avente i diritti della legge 104.